"Maltese": boom di ascolti per la fiction di Rai Uno, città divisa nei giudizi
Esordio con boom di ascolti per la fiction "Maltese.Il romanzo del commissario", con Kim Rossi Stuart nei panni del protagonista, girata quasi interam...
Esordio con boom di ascolti per la fiction "Maltese.Il romanzo del commissario", con Kim Rossi Stuart nei panni del protagonista, girata quasi interamente a Trapani lo scorso anno. La prima puntata, andata in onda ieri sera su Rai Uno, ha ottenuto il 30,3% di share pari a una media di 7 milioni e 433 mila spettatori. La storia è ambientata nella Trapani del 1976, un'epoca in cui la mafia era ancora considerata da molti come un’invenzione di scrittori e giornalisti. In realtà è proprio in questo periodo che l'organizzazione criminale cominciava la sua trasformazione che avrebbe poi dato inizio ad una lunga guerra e a spargimenti di sangue negli anni a venire. Non sono mancati, già durante la messa in onda, i commenti dei Trapanesi sui social: da quelli che temono che l'accostamento con la mafia rechi una sorta di "danno all'immagine" della città , a chi ha apprezzato la storia e la recitazione di Rossi Stuart, a coloro che si sono concentrati sulle incongruenze nella sceneggiatura e perfino nel dialetto utilizzato. Come dare torto, infatti, a chi ha sottolineato di aver sentito pronunciare, non solo da un poliziotto della Questura trapanese - che potrebbe essere benissimo originario di un'altra parte dell'Isola - ma anche dalla madre di un latitante locale, il termine "caruso" (ndr. ragazzo), tipico della Sicilia orientale (Catania in testa) e assolutamente non usato nel Trapanese o a chi ha visto mangiare al commissario Maltese un panino "ca meusa" (ndr  con la milza) che è un tipico street food palermitano? Poco felice e stereotipata è risultata, per molti, anche la scena con il gruppo di donne, tutte vestite di nero e con la "manta" in testa, che scoprono - parliamo degli anni Settanta e non dei primi del Novecento - per la prima volta il mare perché condottevi da una fotoreporter tedesca. Si potrebbe obiettare che la fiction è tale da consentire anche adattamenti e libere interpretazioni ma qui non siamo nella Crisafullo immaginaria ambientata da Pif ad Erice nel suo "In guerra per amore"; qui la parola Trapani viene ripetuta dal primo minuto della storia e continuamente e allora, forse, certe "libertà " o sviste non sono consentite ad una produzione di quel calibro. Ci chiediamo se basterà a compensare una trama che - almeno nella prima puntata - non è parsa molto originale e avvincente, la bellezza naturale dei luoghi, lo splendore inconfondibile della nostra luce, l'incanto di una città che, catturata nelle immagini tv appare, forse, più come dovrebbe essere che come è, in realtà , ogni giorno.
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