Maria Amatuzzo uccisa con 12 coltellate all'addome
Entrambi avevano matrimoni alle spalle e sei figli
Maria Amatuzzo, 29 anni, è stata assassinata con dodici coltellate all'addome. E' quanto ha accertato il medico legale nella prima ispezione cadaverica effettuata sul corpo della donna, uccisa ieri a Marinella di Selinunte dal marito Ernesto Favara, 63 anni che è stato arrestato per l'omicidio. All'Istituto di medicina legale di Palermo domani mattina sarà intanto effettuata l'autopsia disposta dalla Procura di Marsala.
E' un coltello da cucina l'arma con cui Ernesto Favara, 63 anni, ha ucciso la moglie Maria. Lo hanno accertato i carabinieri che stanno indagando sul delitto, maturato tra le mura domestiche alla vigilia di Natale. Quando i militari dell'Arma sono arrivati nella casa, l'uomo brandiva ancora il grosso coltello. I sanitari giunti nell'abitazione hanno solo preso atto della morte della donna. Gli investigatori stanno cercando di capire il movente dell'omicidio. Pare che la donna avesse lasciato l'abitazione da qualche giorno e fosse rientrata per prendere qualche oggetto personale. In casa c'era il marito, è scoppiata una lite, forse legata alle figlie, due gemelline di appena 4 anni, che da un anno vivono in una comunità alloggio.
Non era un rapporto sereno quello tra Ernesto Favara e Maria Amatuzzo. Il marito è stato arrestato con l'accusa di omicidio, davanti al pm Stefania Tredici l'uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere. "La conflittualità tra i due era nota", riferisce il capitano dei carabinieri di Castelvetrano Pietro Calabrò. Ieri, forse, l'ennesima lite finita in tragedia. Una storia d'amore nata poco più di 5 anni fa, quella tra i due. Entrambi avevano storie di matrimoni alle spalle. Ernesto Favara ha due figli da un precedente matrimonio (la moglie era morta per malattia), Maria Amatuzzo, anche lei, ha due figli nati da storie precedenti che non vivevano più con lei. Quattro anni fa il matrimonio civile tra Favara e Amatuzzo e, lo stesso anno, la nascita dei gemellini. "Da quasi un anno i bambini erano stati affidati a una comunità alloggio", spiega il capitano Calabrò. La coppia ha continuato a vivere in una casa modesta nel quartiere dei pescatori di Marinella di Selinunte, dove ieri si è consumato il femminicidio.
"Ero a casa e stavo dormendo, quando ho sentito qualcuno che gridava 'aiuto, aiuto', mi sono affacciato dal balcone del primo piano sul cortile e ho visto mio fratello nel cortile ancora col coltello in mano".E' Antonino Favara, 56 anni, fratello di Ernesto Favara che parla. I due fratelli vivono da 5 anni nello stesso appartamento: "Ma è ampio e, quindi, ognuno ha i propri spazi", dice. Antonino Favara a pranzo era rientrato da Marsala, dove si era sottoposto ad alcuni esami medici. "Ho parlato con mio fratello chiedendogli cosa avremmo preparato per la cena di Natale - aggiunge il fratello dell'omicida - poi sono andato a letto. Nel pomeriggio ho sentito le grida, mi sono alzato, mi sono messo i pantaloni, ho preso la stampella e mi sono affacciato e ho visto mio fratello ancora col coltello in mano insanguinato". Antonino Favara, già ascoltato dai carabinieri, spiega: "Ho chiesto a mio fratello cosa aveva fatto e lui mi ha risposto: mi ha fatto perdere le bambine". L'uomo spiega che "da lunedì scorso la moglie di mio fratello non era più in casa. Ernesto non aveva mai dato segni di squilibrio". Le bambine gemelle erano state affidate a una comunità alloggio. Ieri la tragedia.
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