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Missione in Iraq per il 6° Reggimento Bersaglieri

12 Maggio 2016 12:57, di Ornella Fulco
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Missione in Iraq per il 6° Reggimento Bersaglieri di Trapani. Entro la fine di maggio, infatti, un primo contingente di un centinaio di soldati sarà s...

Missione in Iraq per il 6° Reggimento Bersaglieri di Trapani. Entro la fine di maggio, infatti, un primo contingente di un centinaio di soldati sarà schierato a difesa del campo base del cantiere per il consolidamento della diga di Mosul sul fiume Tigri. Lo ha reso noto la ministra della Difesa Roberta Pinotti che, due giorni fa, si è recata a Baghdad e ha visitato l'impianto che produce energia elettrica con le sue turbine da 1.052 megawatt per una vasta area del Paese. A regime la task force italiana conterà circa 450-500 soldati che porteranno il totale del contingente italiano schierato tra Iraq e Kuwait a 1.300 unità, il secondo per consistenza dopo quello degli USA nell'azione di contrasto al cosidetto Stato islamico. L'Italia, attualmente, è già impegnata in Iraq nell'addestramento dei peshmerga curdi, delle forze di polizia irachene, degli sminatori e nelle ricognizioni aeree con Tornado, droni, C130 e rifornitori. I lavori alla diga - affidati dal governo iracheno ad un'azienda italiana, la "Trevi" di Cesena - si sono resi necessari per il ripristino della sua integrità e la presenza militare servirà a garantire la sicurezza nell'area. Il campo base del cantiere ospiterà oltre 1.200 persone, tra cui  anche i bersaglieri di Trapani. L'avvio ufficiale degli interventi di manutenzione - che dovrebbero durare circa 18 mesi - è previsto per il 1° settembre prossimo mentre in queste settimane si lavora per allestire il cantiere. Quella che attende i bersaglieri del 6° Reggimento, normalmente di stanza alla "Giannettino", sarà una missione delicata in una zona che, attualmente, si trova sotto il controllo curdo e che è lontana dall'area di contatto con lo Stato islamico, come ha ha spiegato il generale Claudio Di Graziano, Capo di Stato Maggiore della Difesa. Il contingente militare italiano è strutturato per garantirsi da solo ma, in caso di necessità, interventi dal cielo saranno assicurati da mezzi degli alleati. L'Italia ha già dislocato i suoi elicotteri con compiti di "personnel recovery", cioè di soccorso: quattro NH-90 da trasporto sono già in Iraq, un altro deve essere montato e presto arriveranno anche gli elicotteri A-129 Mangusta per la protezione degli altri mezzi. Sulla necessità di impegnare i militari a Mosul la ministra Pinotti è stata chiara: "La lotta al terrorismo ha bisogno dell'impegno di tutti e i lavori alla diga metteranno in sicurezza quell'area dal rischio di un'alluvione catastrofica. Serve sostenere - ha aggiunto - lo sviluppo di quel Paese e l'intervento militare serve a stabilizzare l'Iraq". La diga sul fiume Tigri - alta 113 metri e luga 3 chilometri e 400 metri - è seriamente danneggiata e negli ultimi due anni non è stata sottoposta a nessun intervento di manutenzione. Un suo cedimento potrebbe avere conseguenze tragiche nelle province di Ninive, Kirkuk e Salahuddin fino a Baghdad.

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