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Trapani | Cronaca

Molestie in ufficio, assolto dirigente Agenzia delle Entrate

03 Febbraio 2016 17:43, di Niki Mazzara
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Rese note oggi le motivazioni della sentenza che, lo scorso 23 novembre, aveva mandato assolto l'ex direttore dell'Agenzia delle Entrate Palermo 1, il...

Rese note oggi le motivazioni della sentenza che, lo scorso 23 novembre, aveva mandato assolto l'ex direttore dell'Agenzia delle Entrate Palermo 1, il trapanese Domenico Lipari, accusato di avere molestato due impiegate del suo ufficio: a una diede una lieve pacca sul sedere, all'altra mise il dito sul bottone della camicetta all'altezza del seno e, in un'altra circostanza, le sfiorò la zona genitale. L'uomo, noto in città anche per i suoi incarichi in ambito sportivo, all'epoca dei fatti, aveva 65 anni. Nella decisione, la seconda sezione del Tribunale di Palermo - collegio presieduto da Bruno Fasciana, giudice estensore Annalisa Tesoriere - ritiene che questi gesti "non procurarono appagamento sessuale a Lipari e non limitarono la libertà sessuale delle due donne palpeggiate". Il contesto in cui avvennero i fatti sarebbe stato scherzoso, anche se le due vittime, ritenute pienamente attendibili, non lo vissero in questo modo. La sentenza riconosce che Lipari fece effettivamente quello che gli è stato contestato ma le donne non sarebbero state "danneggiate" nè limitate nella loro libera autodeterminazione, perchè quegli atti - secondo i giudici e nonostante le osservazioni delle due donne - erano "privi di connotato sessuale". Il comportamento di Domenico Lipari, secondo la valutazione del Tribunale, fu "oggettivamente dettato da un immaturo e inopportuno atteggiamento di scherzo, frammisto ad una larvata forma di prevaricazione e ad una, sia pur scorretta, modalità di impostazione dei rapporti gerarchici all'interno dell'ufficio". Secondo questa interpretazione dei fatti il reato di molestie sessuali non ci fu nonostante i lievi toccamenti del fondo schiena, del seno e della "zona vaginale". "Non si deve fare riferimento alle parti anatomiche aggredite e al grado di intensità fisica del contatto instaurato - scrivono i giudici - ma si deve tenere conto dell'intero contesto. Nel comportamento del Lipari non era ravvisabile alcun fine di concupiscenza o di soddisfacimento dell'impulso sessuale". Una motivazione che - nella sua connotazione - non ha mancato di richiamare l'attenzione dei media, non soltanto regionali, dato che la notizia è stata ripresa un po' da tutti i maggiori quotidiani e settimanali nazionali. La Procura della Repubblica di Palermo sta valutando se proporre ricorso in appello, così come i legali di parte civile.

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