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Morire di solitudine... - Trapani Oggi

Salute

Morire di solitudine...

01 Marzo 2020 09:00, di
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Non sappiamo come curare forse il più grave e triste dei virus della nostra società: essere dimenticati e condannati alla solitudine

Siamo nel 2020...l’era della tecnologia, dell’emancipazione, della globalizzazione, dove tutto (si dice) si allarga, si interconnette, crea partecipazione e comunità. Siamo nell’era dei social network, dove hai cento, mille, un milione di contatti e di like virtuali ma ti manca poi il contatto fisico, reale, diretto con un’altra anima. 

Siamo nell’era in cui abbiamo scoperto come allungare la vita, come invecchiare anche in discrete condizioni, come curare il nostro corpo attraverso un’alimentazione corretta e la buona pratica dello sport.

Abbiamo fatto tante scoperte, tanti progressi ma ancora non sappiamo come curare forse il più grave e triste dei virus della nostra società: essere dimenticati e condannati alla solitudine.

È il caso della donna di 57 anni morta in questi giorni a Trapani, della cui scomparsa ci si è resi conto solo dopo circa quattro giorni, ritrovandola nel suo appartamento con il suo cagnolino che, per quattro interminabili giorni, ha vegliato su di lei. Ed è ancora il caso di Maria Carmela, una donna dalle origini siciliane, morta qualche anno fa in casa e ritrovata addirittura dopo due anni , ventiquattro lunghi mesi in cui nessuno si è accorto della sua assenza, nessuno si è interrogato nel non vederla più in giro. Ma sono tanti i casi di persone morte sole, nell’indifferenza pìù totale della società, persone condannate all’inferno, che a volte trovano nel suicidio la soluzione alla loro condizione di isolamento e alla sofferenza che ne deriva, a volte semplicemente si lasciano morire…si, perché di solitudine si può morire.

Diverse ricerche svolte da gruppi di scienziati statunitensi dimostrano come l’isolamento sociale renda più vulnerabile il nostro corpo e lo conduca gradualmente alla malattia. L’individuo isolato e senza relazioni sociali infatti vivrebbe in una sorta di “allerta permanente†uno stato fisiologico utile a preparare un’eventuale fuga in assenza di compagni che possano dare l’allarme, condizione però che se protratta nel tempo diventa fonte di stress per l’organismo e causa un indebolimento del sistema immunitario e di conseguenza un aumento del rischio di malattia. In particolare alcune ricerche dimostrano che la solitudine è legata ad un aumento del 29% e del 32% del rischio di sviluppare una malattia coronarica o un ictus. I dati sul rapporto solitudine-mortalità sono indiscutibili e dovrebbero far riflettere ogni persona sull’importanza di intervenire all’interno delle famiglie e delle comunità affinchè cresca l’impegno diffuso al fine di evitare l’isolamento dei componenti del gruppo. A nulla serviranno le ricerche finchè non ci sarà una coscienza collettiva, un sentire condiviso, per cui l’agire nell’interesse dell’altro sarà indotto dal sentimento di comune appartenenza a questo universo.

La società di oggi ci spinge sempre di più verso l'individualismo e l'isolamento sociale: i mezzi di comunicazione, i mass-media ci invitano sempre più spesso ad isolarci per distinguerci, per essere originali, unici...in realtà la meta proprosta è solo illusoria, poichè è raggiungibile  attraverso comportamenti ed oggetti uguali per tutti. Questi messaggi dunque alimentano sempre di più la tendenza alla fuga dalla società e la ricerca di un isolamento ed un'opposizione a questa che di fatto non porta altro che ad una limitazione della propria crescita personale. Oggi più che mai dunque ciascuno di noi può sperimentare durante la propria vita la condizione di solitudine, in cui ci si può ritrovare all’improvviso nostro malgrado ed ognuno di noi può reagire nei modi più disparati in base alla propria personalità a questa condizione ma finchè non ci sarà un concreto impegno morale e civile da parte di ciascuno di noi nell'attenzione verso l'altro il rischio dell’emarginazione e dell’isolamento sociale, se protratto nel tempo, può portare ancora oggi a morire di solitudine.

Valentina Parrino

Psicologa, Specialista in Tecniche del Rilassamento

Per ulteriori info, approfondimenti o curiosità potete scrivermi al seguente indirizzo: valyparrino@gmail.com

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