Morte piccolo Lorenz: esami confermano avvelenamento da psicofarmaci
L'autopsia eseguita dal professore Paolo Procaccianti aveva dato una sola certezza: sul corpo del piccolo Lorenz Renda, trovato cadavere lo scorso 14 ...
L'autopsia eseguita dal professore Paolo Procaccianti aveva dato una sola certezza: sul corpo del piccolo Lorenz Renda, trovato cadavere lo scorso 14 luglio nel suo letto nell'abitazione che divideva con la madre in via Amendola ad Alcamo, non c'erano segni di violenza. Per accertare le cause della morte del bambino - di cui la Procura della Repubblica di Trapani ha accusato la madre, la 33enne messicana Aminta Altamirano Guerrero - è stato necessario attendere l'esito degli esami istologici e tossicologici. Secondo le analisi eseguite dal professore Procaccianti il bambino è morto per un’overdose di amitriptilina. La relazione del medico legale è stata trasmessa nei giorni scorsi alla Procura della Repubblica di Trapani. L’amitriptilina, sostanza appartenente alla categoria degli antidepressivi triciclici, è contenuta nel Laroxyl, il farmaco assunto dalla madre del piccolo per curare la depressione di cui soffriva. La donna - descritta dai vicini come una madre amorevole - fin dal primo momento, ha sostenuto che il figlioletto avrebbe ingerito il farmaco a sua insaputa. Secondo gli inquirenti, invece, lo avrebbe somministrato lei al piccolo perchè intendeva poi togliersi la vita. Mamma e bambino erano rimasti da soli ad Alcamo dopo che il padre del piccolo, Enzo Renda, dopo la separazione dalla moglie, si era trasferito a lavorare in Germania come pizzaiolo. Nel corso delle indagini, gli investigatori avevano trovato nell'abitazione di via Amendola una lettera nella quale Aminta Altamirano Guerrero avrebbe annunciato la propria morte e quella del suo bambino, chiedendo che sui corpi non venisse eseguita l’autopsia. Anche il padre del bambino, sentito dagli investigatori, parlò di una telefonata, avvenuta proprio la sera prima della morte di Lorenz, con la quale la ex moglie annunciava i suoi propositi. L'uomo provò più volte a richiamarla senza successo e apprese poi, l'indomani, cosa era avvenuto. Aminta Altamirano Guerrero si trova, attualmente, in regime di custodia cautelare in carcere.
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