Trapani Oggi

Musumeci e la margherita degli assessorati - Trapani Oggi

Editoriale |

Musumeci e la margherita degli assessorati

14 Novembre 2017 20:01, di
visite 1043

La matematica non è un’opinione. Se hai cinque poltrone e otto sono quelli che debbono sedere, tre debbono restare fuori. Se poi le poltrone diventano...

La matematica non è un’opinione. Se hai cinque poltrone e otto sono quelli che debbono sedere, tre debbono restare fuori. Se poi le poltrone diventano quattro, allora il cinquanta per cento rimarrà in piedi. Così il presidente della Regione Nello Musumeci in queste ore è alle prese con una operazione matematica di difficile soluzione. Nella ripartizione delle poltrone assessoriali, era stato stabilito che a Forza Italia sarebbero andati cinque assessorati. Ma, visto che Gianfranco Micciché chiede per sé la poltrona di presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana che nel tanto vituperato, ma sempre seguito, “manuale Cencelli” viene equiparato a due assessorati, allora i posti in giunta per i berlusconiani sarebbero quattro. E qui casca l’asino. Uno è di Gaetano Armao, che fece il grande passo di ritirare la sua candidatura in cambio dell’assessorato e della vice presidenza. Un altro assessorato è di Roberto Lagalla, anche lui un passo indietro come candidato Governatore in cambio di un posto in giunta. Il terzo a ritirarsi, con la promessa di un assessorato, è Vittorio Sgarbi. E siamo a tre. Il quarto assessorato, con la delega specifica alla Sanità, Gianfranco Micciché lo ha promesso a Marco Falcone. E qui il cerchio si chiude. Per Forza Italia niente più posti nel Governo della Regione. Anche ammesso che si apra lo spiraglio per un quinto assessore, il coordinatore regionale forzista ha promesso un posto in giunta a Giuseppe Guaiana a Trapani, Riccardo Gallo Afflitto ad Agrigento, Edy Bandiera a Siracusa e Santi Formica o Nino Germanà a Messina. A questo punto tutto si deciderà in relazione ai rapporti di forza delle singole province ed al fatto che i candidati siano gli stessi deputati o diretta emanazione di deputati. Per il trapanese Giuseppe Guaiana la situazione si complica. Èespressione del senatore D’Alì che, indubbiamente, ha un peso specifico importante a livello regionale, ma il deputato che la provincia ha espresso, l’avvocato Stefano Pellegrino (che, peraltro, è ed è stato suo legale in diversi processi), da subito ha rimarcato come la sua elezioni sia stata il frutto della credibilità personale di cui gode e della messe di voti che gli hanno riversato i suoi concittadini di Marsala. Pellegrino poco o nulla ha gradito la decisione di D’Alì di puntare su un altro, anzi, altra, candidata , la mazarese Silvia Calvanico. I numeri dicono che nei comuni dove il senatore D’Alì conta il maggior numero di “fedeli” ( Erice, Favignana, Paceco, San Vito, Trapani e Valderice), la Calvanico raccoglie 2017 preferenze, mentre Pellegrino è a 594. Significativo il dato di Trapani, roccaforte di D’Alì, che vede la candidata mazarese a quota 1174 contro i 291 di Pellegrino. Che, dal canto suo, aveva a supporto diversi colleghi avvocato che lo votavano per stima personale e professionale. Stesso discorso a Paceco ed Erice dove Pellegrino veniva quasi doppiato, o San Vito e Valderice , dove lo scarto percentuale era superiore al 70 per cento. Ora, quando ci sarà da decidere se sacrificare qualcuno sull’altare dell’assessorato, chi difenderà Giuseppe Guaiana? Basterà il senatore D’Alì ed i suoi buoni rapporti con Micciché o invece il coordinatore forzista farà riferimento al deputato eletto, quindi Pellegrino? E questi onorerà la cambiale firmata da D’Alì con Guaiana oppure dirà che non è un problema suo? In settimana i primi nodi verranno sciolti. E vedremo se il vaso di coccio resisterà, sballottato tra i vasi di ferro.

© Riproduzione riservata

Ti potrebbero interessare
Altre Notizie