Operazione antimafia 16 Settembre: i nomi [VIDEO]
Tra le persone coinvolte anche una donna di Calatafimi
Aggiornamento - Papania avrebbe pagato 2.000 euro per ottenere voti dalla mafia in occasione delle elezioni regionali del 2022. L'accusa si basa su intercettazioni in cui l'ex senatore si sfoga con il proprio autista il 13 ottobre 2022, lamentando il fallimento della trattativa con gli ambienti mafiosi: "Ci ha fatto buttare duemila euro per far mangiare una pizza a quattro spacciatori, e ci hanno portato sì e no trenta voti".
Le parole di Papania, secondo gli inquirenti, confermano il coinvolgimento diretto dell'ex parlamentare in un accordo illecito con esponenti di Cosa nostra per comprare voti a favore di Angelo Rocca, candidato alle Regionali nella lista "Popolari e Autonomisti" (non indagato).
Papania avrebbe cercato l'appoggio del boss di Alcamo, Giosuè Di Gregorio, tramite Pasquale Perricone, ex vicesindaco di Alcamo, anche lui arrestato. Gli incontri tra Perricone e Di Gregorio sarebbero serviti per negoziare il sostegno elettorale in cambio di denaro. Lo stesso Di Gregorio, in una conversazione intercettata, conferma: "Dobbiamo votare a questo... e il senatore mi ha preparato duemila euro che mi darà mercoledì".
Dopo la sconfitta elettorale, Papania non ha nascosto il suo malcontento, sfogandosi contro coloro che avevano garantito il sostegno mafioso. In una conversazione intercettata, Papania definisce Pasquale Perricone "una testa di minchia" per non aver mantenuto le promesse. L'ex senatore fa anche riferimento a Di Gregorio, definendolo "nuddu ammiscatu cu nenti", ovvero "nessuno mischiato con niente", e critica il mondo della mafia di oggi, rimpiangendo il passato: "Persone serie non ce n'è più... Questo mondo collaterale di una volta, per quanto deprecabile, un suo senso ce l'aveva".
Alcamo - Nel blitz di questa notte di squadra Mobile di Trapani e Palermo, Sisco e Sco, in carcere è finito anche l’ex senatore del Pd Antonino Papania, 65 anni, fondatore del movimento politico “Via”, con un’accusa pesante. Per lui l’accusa è scambio elettorale politico-mafioso.
Arrestato anche l’ex vice sindaco di Alcamo, Pasquale Perricone, 69 anni: sarebbe stato l’intermediario fra Papania e Giosuè Di Gregorio solidale al clan mafioso di Alcamo.
Dieci gli arrestati dalla polizia di Trapani coordinati dalla DDA di Palermo. Gli altri indagati sono: Savio Gregorio Ascari, 55 anni; Giorgio Benenati, 56 anni; Francesco Coppola, 64 anni; Giosuè DI Gregorio, 54 anni; Salvatore Li Bassi, 66 anni (Calatafimi); Antonino Minio, 53 anni; Giuseppe Pipitone, 61 anni e Giuseppe Sciacchitano, 49 anni.
L’ordinanza di custodia cautelare è firmata dal Gip Alfredo Montalto. A guidare la famiglia mafiosa di Alcamo sarebbe Francesco Coppola. L’indagine ha svelato che a guidare la famiglia mafiosa di Calatafimi è Salvatore Li Bassi ed ancora una serie di estorsioni, alcune consumate e altre tentate e svelato gli affari della droga in accordo con grossisti albanesi e la disponibilità di armi.
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