Operazione antimafia Carabinieri. Avviso di garanzia per il sindaco di Paceco
Scarcella ha ricevuto anche invito a rendere interrogatorio davanti ai pm palermitani che hanno coordinato le indagini.
Sono due i politci raggiunti da avviso di garanzia nell'ambito dell'operazione antimafia portata a termine nella notte dai carabinieri del comando provinciale di Trapani. Oltre all’ex deputato regionale Paolo Ruggirello, già sotto processo per mafia, coinvolto anche l’attuale sindaco di Paceco, l’avvocato Giuseppe Scarcella, dall’anno scorso Presidente del Consorzio per la Legalità .
Giuseppe Scarcella è il secondo sindaco trapanese, dopo quello di Castellammare del Golfo, Nicola Rizzo, coinvolto in una operazione dei carabinieri, oggetto di perquisizioni e indagato per concorso esterno in associazione mafiosa.
Scarcella ha ricevuto anche invito a rendere interrogatorio davanti ai pm palermitani che hanno coordinato le indagini. I Carabinieri nella notte hanno perquisito la sua abitazione, lo studio legale e il suo ufficio al Municipio di Paceco.
Asaro stava costituendo una società , la “Pacecodental srl”, che avrebbe dovuto gestire un ambulatorio odontoiatrico nel territorio di Paceco, nella frazione di Dattilo, dove il boss risiede con moglie e figlia. La piccola frazione di Dattilo nell’organigramma geografico della mafia trapanese ha sempre ospitato un enclave mafiosa piuttosto articolata, tanto che in questa frazione trascorse parte della sua latitanza anche il boss Matteo Messina Denaro.
L’on. Ruggirello e il sindaco Scarcella, si sarebbero messi a disposizione per agevolare Asaro che frattanto aveva trovato a chi intestare fittiziamente la società , non potendo comparire lui nell'affare. Asaro è un odontotecnico e aveva preordinato la sua presenza in ambulatorio attraverso una sua assunzione come dipendente, ma ovviamente era lui che metteva i capitali, soldi sporchi provenienti dalle casse della mafia.
L’on. Ruggirello avrebbe dovuto agevolare Asaro, che incontrò piĂą volte personalmente, per fare ottenere all’ambulatorio la convenzione con l’Asp di Trapani. Era tanto consapevole che Asaro non poteva comparire tanto da dire al funzionario dell’Asp che si occupò della convenzione, che l’intestatario della societĂ era un proprio cugino. I pm avevano chiesto l’arresto di Ruggirello, ma il gip nella sua ordinanza ha negato la richiesta sostenendo che l’indagato si trovava giĂ in carcere (nel frattempo è stato posto ai domiciliari) e che il risalto mediatico dedicato alla sua vicenda giudiziaria di fatto ha rescisso suoi contatti con politica, societĂ civile e amministrazione pubblica, quindi inesistente pericolo di inquinamento delle prove e reiterazione del reato.Â
Il sindaco di Paceco Giuseppe Scarcella è stato intercettato a parlare con Asaro anche di altre questioni e i carabinieri lo hanno ascoltato addirittura mentre accoglieva Asaro dandogli del “don”, per i pm avrebbe avuto piena consapevolezza che stava a parlare con un uomo d’onore.
Insomma un sistema ben congegnato che, come osserva il GIP nell’ordinanza di custodia cautelare, aveva permesso ad Asaro di potere contare, in qualsiasi momento, sui suoi qualificati contatti, derivanti dall’appartenenza a “cosa nostra”, per avviare ogni attività fonte di guadagno, sì da penetrare massivamente e con straordinaria speditezza ed efficacia nel tessuto economico del contesto territoriale di riferimento.
L’ordinanza cautelare riguarda anche due donne, Vincenza Maria Occhipinti, 58 anni, e Maria Amato, 51, raggiunte da obbligo di dimora, altro provvedimento nei confronti di un medico di San Vito Lo Capo, Vito Lucido, 53 anni, raggiunto dal divieto di potere esercitare la professione per un anno. Le indagini, coordinate dal Procuratore Capo della Dda di Palermo Francesco Lo Voi, dal Procuratore Aggiunto Paolo Guido e dal Sostituto Procuratore Gianluca De Leo, hanno permesso di dimostrare il perdurare dell’appartenenza del pregiudicato mafioso Mariano Asaro all’associazione mafiosa, relazionandosi con altri mafiosi tornati liberi come Rocco e Filippo Coppola, e Carmelo Salerno, quest’ultimo raggiunto in carcere da questo nuovo ordine di cattura.
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