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Operazione "Barbanera", 14 fermati per favoreggiamento della immigrazione clandestina e contrabbando [FOTO] [VIDEO] - Trapani Oggi

Mazara del Vallo | Cronaca

Operazione "Barbanera", 14 fermati per favoreggiamento della immigrazione clandestina e contrabbando [FOTO] [VIDEO]

15 Gennaio 2019 11:28, di Ornella Fulco
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I provvedimenti sono stati eseguiti stamattina dalla Guardia di Finanza

Quattordici provvedimenti di fermo sono stati eseguiti stamattina nei confronti di soggetti (italiani e stranieri) appartenenti ad un sodalizio criminale dedito allo sfruttamento dell’immigrazione clandestina, al contrabbando di tabacchi lavorati e alla fittizia intestazione di beni e attività economiche. A dare esecuzione ai provvedimenti, che rientrano nell’operazione denominata “Barbanera”, sono stati i militari del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Palermo, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Palermo, in collaborazione con personale dello S.C.I.C.O. e dei Comandi provinciali di Trapani e Agrigento, del Reparto Operativo Aeronavale di Palermo e del Comando Operativo Aeronavale di Pratica di Mare.

Alcuni dei soggetti coinvolti sono stati bloccati al porto di Palermo nei pressi dei traghetti in partenza per la Tunisia: in un caso erano pronti a esportare illecitamente denaro contante, presunto provento delle attività delittuose, per oltre 30.000 euro. Contestualmente sono state poste sotto sequestro tre aziende operanti nel Trapanese e riconducibili al promotore dell’organizzazione criminale (un noto ristorante, un cantiere nautico e una azienda agricola, oggetto di reimpiego dei guadagni illeciti), diversi immobili e mezzi navali/terrestri, oltre a denaro contante per un valore complessivo di oltre 3 milioni di euro.

I provvedimenti odierni scaturiscono dall’attività di indagine condotta dal Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Palermo nei confronti di un’associazione a delinquere costituita da cittadini tunisini e italiani attiva tra la Tunisia e le province di Trapani, Agrigento e Palermo, finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e al contrabbando di tabacchi lavorati. I migranti clandestini  pagavano fino a 3000 euro a tratta per attraversare il Canale di Sicilia. Componenti della banda avrebbero anche rubato natanti e motori utilizzati dai migranti per arrivare a Lampedusa già sottoposti a sequestro dalle Forze di polizia, per effettuare nuovi viaggi anche con carichi di sigarette da smerciare nel Palermitano.

L’organizzazione aveva basi operative nel territorio dei comuni di Mazara del Vallo, Marsala, Palermo, Lampedusa e in Tunisia, nei pressi dell’abitato di Chebba, utilizzava gommoni carenati, dotati di potenti motori fuoribordo, con i quali era in grado di coprire il tratto di mare che separa le due sponde del Mediterraneo in poche ore, trasportando, per ciascuna traversata compiuta, dai 10 ai 15 migranti oltre ad una quantità variabile di tabacchi che raggiungeva, in alcuni casi, il peso di qualche quintale. I lucrosi traffici hanno consentito al capo dell’organizzazione criminale di accumulare ingenti capitali che l'uomo ha reinvestito in un’estesa azienda agricola di Marsala, in un cantiere nautico di Mazara del Vallo e in un prestigioso ristorante della stessa città, tutti fittiziamente intestati a terze persone per eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniale o di contrabbando. Secondo le attività svolte dai finanzieri del GICO, l’organizzazione criminale è risultata in grado di diversificare, sistematicamente, le rotte e le modalità dei propri traffici illeciti, sfruttando la vicinanza dell’isola di Lampedusa alle coste tunisine, la disponibilità di due pescherecci italiani di base nel porto sull’isola, particolarmente attivi nel tratto di mare che la separa dalla costa africana, e la possibilità di avvalersi di complici italiani in grado di indirizzare gli sbarchi su tratti di costa prestabiliti per eludere i controlli e garantire una veloce dispersione sul territorio italiano dei migranti appena sbarcati. In un caso è stato possibile accertare che, attraverso l’uso di uno dei due motopesca italiani a disposizione, che fanno parte del sequestro di beni effettuato oggi, i componenti dell’organizzazione a Lampedusa, dopo aver caricato le lance e i motori rubati dal deposito dei natanti utilizzati dai migranti, li avrebbero trasferiti su di un motopesca tunisino, armato dall’organizzazione e condotto da uno dei componenti del gruppo criminale, Khair Eldin Farhat (alias Karim), per essere riutilizzati come barchini,  con cui i clandestini venivano trasferiti dai motopesca al largo fino alle coste dell’isola.

Dall’attività di indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Palermo è emerso come il tunisino Moncer Fadhel (alias “Giovanni” alias “Boulaya”, riconosciuto anche per la caratteristica e folta barba nera), vertice indiscusso dell’organizzazione, abbia nel promosso e diretto, negli ultimi due anni, una molteplicità di trasporti via mare, utilizzando parte delle ingenti somme di denaro contante provenienti dalle attività illecite per l'acquisto dell’azienda agricola, del cantiere nautico e del ristorante ubicato sul centralissimo lungomare di Mazara del Vallo, tutti fittiziamente intestati a terze persone. La caratura criminale Moncer Fadhel è emersa, riferiscono gli investigatori, da alcune conversazioni telefoniche in cui ammetteva di avere, quanto meno in una circostanza, personalmente sollecitato la falsificazione di verbali di arresto e di aver pagato una tangente ai funzionari della Polizia tunisina della città di Kelibia in occasione del fermo, avvenuto in quell’area, di uno degli appartenenti all’organizzazione.

Le indagini hanno consentito di verificare l’ingresso illegale nel territorio italiano di numerosi migranti ai quali, in alcuni casi, veniva anche garantita la possibilità di un contratto di lavoro fittizio, anche di tipo stagionale.

Almeno sette, poi, i viaggi dalla Tunisia con cui il gruppo criminale ha introdotto illegalmente nel territorio nazionale svariati quintali di sigarette di contrabbando per un valore di centinaia di migliaia di euro.

Durante le attività d’indagine, è stato anche effettuato un arresto in flagranza di reato per traffico di sostanze stupefacenti di uno dei soggetti oggi raggiunti dal provvedimento di fermo che, nei giorni scorsi, era stato controllato presso il casello autostradale di Buonfornello mentre trasportava 30 chilogrammi di hashish suddivisa in panetti preconfezionati.

Le indagini delle Fiamme Gialle hanno consentito di ricostruire l’intera filiera criminale per la commercializzazione delle sigarette, dall’importazione alla vendita al dettaglio nei mercati rionali palermitani, per i quali, a settembre e ottobre sono stati operati due arresti in flagranza di reato e sequestrati 360 chili di tabacchi lavorati.

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