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Operazione "Nassirya". Sgominata banda di spacciatori - Trapani Oggi

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Operazione "Nassirya". Sgominata banda di spacciatori

09 Luglio 2013 12:09, di Redazione
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Operazione “Nassiriya”, come il nome della strada del quartiere Fontanelle sud dove i Carabinieri della Compagnia di Trapani hanno stroncato un fioren...

Operazione “Nassiriya”, come il nome della strada del quartiere Fontanelle sud dove i Carabinieri della Compagnia di Trapani hanno stroncato un fiorente commercio di stupefacenti. "Nassirya", come il luogo dove si è consumato, nel 2003, il sacrificio di militari e civili italiani tra cui anche dodici carabinieri. Nove le persone finite in manette stamane quando è scattato il blitz che ha impegnato circa settanta militari dell’Arma della Compagnia del capoluogo supportati, in fase esecutiva, dai colleghi del Comando Provinciale di Trapani e da unità cinofile antidroga provenienti da Palermo. L’indagine che ha dato vita all'operazione odierna è stata coordinata dal Procuratore della Repubblica di Trapani, Marcello Viola, e dal Sostituto Procuratore Anna Trinchillo, ed è culminata all’alba di oggi con l’esecuzione delle ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip Massimo Corleo. Nel corso dell'operazione state eseguite quattordici perquisizioni domiciliari che hanno portato al rinvenimento di dodici dosi di hashish per complessivi 8 grammi circa. Il gruppo, che aveva già subito alcuni arresti nel corso delle attività investigative, era formato da pusher e grossisti ed era diretto e organizzato da una donna, Francesca Incarbona, 33 anni. "Una donna energica, risoluta e dalle maniere sbrigative", la descrivono gli investigatori, che aveva trasformato la sua abitazione, situata al centro del quartiere Fontanelle sud, in un vero e proprio "fortino della droga", con tanto di vedette che segnalavano l’eventuale arrivo delle Forze dell’Ordine. Un quartiere definito dagli stessi magistrati e dagli investigatori "non di facile permeabilità" e dove la banda godeva, evidentemente, di alcune complicità. A testimoniarlo, stamattina, davanti all'ingresso del Comando Provinciale dei Carabinieri, la presenza, oltre che dei giornalisti, di un gruppetto di amici e probabilmente familiari degli arrestati che, in alcuni casi, hanno inviato cenni di saluto dalle auto sulle quali hanno lasciato la sede del Comando per essere condotti in carcere. La stessa abitazione di Francesca Incarbona, già nel luglio dell’anno scorso, era stata oggetto di una perquisizione da parte dei Carabinieri che, per riuscire ad accedervi, avevano dovuto richiedere l'intervento dei Vigili del Fuoco per rimuovere con le seghe elettriche le grate poste a protezione di porte e finestre. Oltre a Incarbona sono stati arrestati Giuseppe Acabo, Giuseppe Cherchi, Vincenzo Papa, Bernardo Tesè, Massimiliano Salafia e Pietrino Cherchi. Altre due persone, Giuseppa Angelo, destinataria di un provvedimento di obbligo di firma e di presentazione giornaliera ai Carabinieri, e il figlio Rosario Orlando, sono stati arrestati in flagranza di reato perchè trovati in possesso della droga sequestrata. Gli appartenenti al gruppo erano stati più volte seguiti, nel corso delle indagini, fino a Palermo, dove si rifornivano, ed alcuni di loro erano stati arrestati in flagranza di ritorno dal capoluogo regionale. I viaggi per l'acquisto della droga venivano effettuati non solo utilizzando auto private ma anche spostandosi in treno, con l'autostop, in pullman e in taxi per sviare gli investigatori. Tra coloro che erano coinvolti nel losco traffico ci sono anche dei soggetti che erano minorenni all’epoca dei fatti e che erano, per questo motivo, stati segnalati alla Procura dei Minori di Palermo. In una occasione una giovane, trovata in compagnia di Francesca Incarbona di ritorno da Palermo, era stata riaffidata alla madre che, in quella occasione, aveva manifestato rammarico per le “cattive frequentazioni” della figlia. La stessa donna è risultata poi coinvolta nell'indagine per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. L’operazione dei Carabinieri di Trapani è nata nel dicembre 2011 con il sequestro di 1,5 chilogrammi di hashish, già ripartita in panetti e custodita all'interno di uno scatolo di scarpe, rinvenuta dai militari a Marausa, nei pressi di un'auto lasciata parcheggiata in una stradina secondaria, poi risultata di proprietà di uno degli arrestati, Bernardo Tesè, ed è proseguita per circa un anno attraverso attività di intercettazione telefonica ed ambientale e servizi di videoripresa dell’attività di spaccio, ma anche con servizi di osservazione, controlli e pedinamenti. Durante gli otto mesi di indagine, sono stati effettuati numerosi sequestri di sostanze stupefacenti per complessivi 2,5 chilogrammi di hashish, 65 grammi di cocaina, 11 grammi di eroina e di decine di “dosi” sequestrate a clienti abituali che le avevano già acquistate dagli spacciatori. Soddisfazione per l'operazione è stata espressa sia dal Comandante provinciale dei Carabinieri, colonnello Fernando Nazzaro, sia dal Procuratore Marcello Viola che ha posto l'attenzione sul riacutizzarsi, nel territorio trapanese, delle attività di spaccio di stupefacenti, e del conseguente aumento del loro consumo. "E' un fenomeno che ci preoccupa- ha dichiarato nel corso della conferenza stampa - sia quando è gestito da organizzazioni di tipo mafioso sia, come in questo caso, quando si tratta di criminalità comune".

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