Operazione antimafia "Scrigno": tutti i particolari e i nomi degli arrestati [VIDEO]
Circa 200 i Carabinieri impegnati nell'operazione scattata stanotte
Sono finite tutte in custodia cautelare in carcere le 25 persone accusate di associazione mafiosa, scambio elettorale politico mafioso, estorsione, danneggiamento seguito da incendio e altro, tutti reati aggravati dal metodo mafioso dalla Dda di Palermo e arrestate stamane dagli uomini del Comando provinciale dei Carabinieri di Trapani di Trapani nell'ambito della operazione anti mafia "Scrigno". Ecco i loro nomi: Michele Alcamo, nato a Erice il 19/05/1973; Diego Angileri, nato a Marsala il 10/02/1937; Salvatore Angileri, nato a Marsala il 31/05/1972; Biagio Bianco, nato a Marsala il 12/06/1967; Antonino Buzzitta, nato a Erice il 02/01/1942; Pietro Cusenza, nato a Erice il 16/09/1967; Antonino (detto Ninni) D'Aguanno, nato Erice il 09/11/1964; Vito D'Angelo, nato a Ravanusa il 22/03/1948; Vincenzo Ferrara, nato a nato a Marsala il 12/09/1965; Vito Gucciardi, nato a Vita (TP) il 08/04/1960; Ivana Anna Maria Inferrera, nata a Trapani il 11/12/1963;  Domenico (detto Mimì) La Russa, nato a Trapani il 07/01/1950; Mario Letizia, nato a Paceco il 09/06/1970; Giovanni Maltese, nato a Trapani il 05/02/1955; Michele Martines, nato ad Erice il 25/10/1969; Franco Orlando, nato a Trapani il 22/06/1956; Francesco Paolo Peralta, nato a Trapani il 25/03/1965; Giuseppe Piccione, nato a Marsala il 10/02/1972; Paolo Ruggirello, nato a Trapani il 10/03/1966; Francesco Salvatore Russo, nato a Erice il 09/01/1978; Leonardo Russo, nato Paceco il 28/04/1961; Carmelo Salerno, nato a Paceco il 26/11/1960; Filippo Tosto, nato a Buseto Palizzolo il 27/06/1971; Francesco Virga, nato a Erice il 03/10/1970; Pietro Virga, nato ad Erice il 07/05/1973.
Gli arresti sono stati effettuati in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Palermo su richiesta della locale Procura della Repubblica – DDA.
Le indagini, coordinate dal rocuratore Francesco Lo Voi, dal procuratore aggiunto Paolo Guido e dai sostituti Gianluca De Leo e Claudio Camilleri, hanno permesso di disarticolare il mandamento mafioso di Trapani retto dai fratelli Francesco e Pietro Virga, figli del boss ergastolano Vincenzo, di colpire il vertice della famiglia mafiosa di Paceco, capeggiata dal pregiudicato Carmelo Salerno, ed esponenti della famiglia mafiosa di Marsala.Â
L'indagine ha messo in luce anche l’esistenza di una articolazione mafiosa a Favignana, capeggiata dall’anziano Vito D'Angelo, originario di Ravanusa (AG), che dopo aver scontato una lunghissima condanna per omicidio nel carcere dell'isola, era poi rimasto a Favignana, inizialmente in regime di semilibertà , diventando un punto di riferimento per gli esponenti di Cosa nostra trapanese dell’intera provincia.
Secondo gli inquirenti l'obiettivo della mafia trapanese resta quello di acquisire il controllo di attività economiche soprattutto nel campo dell’edilizia e della gestione di esercizi commerciali, per reinvestire i capitali, ma anche di raccogliere consensi elettorali in occasione delle varie consultazioni. In questa ottica si collocano gli arresti di alcuni esponenti politici del Trapanese, come quello dell'ex deputato regionale Paolo Ruggirello, dell'ex assessora comunale di Trapani e poi candidata alle elezioni regionali del 2017, Ivana Inferrera dell’ex consigliere comunale di Erice Giovanni Maltese.
Dalle indagini sono emerse "interferenze" dell’organizzazione mafiosa nelle diverse competizioni elettorali e, in alcuni casi, persino la gestione diretta del rapporto con i candidati, attraverso l’attivazione della rete di contatti del circuito mafioso e l’acquisto di voti a seguito di accordi illeciti.
Sarebbero stati proprio questi politici locali ad offrirsi ai mafiosi come punti di riferimento, arrivando, in alcuni casi, ad affidare loro la gestione, seppure parziale, della propria campagna elettorale: così avrebbe fatto il consigliere comunale Maltese, rivolgendosi direttamente a Francesco Virga e a Francesco Orlando e organizzando con i due incontri riservati.
Secondo gli inquirenti Ivana Inferrera e il marito Ninni D'Aguanno, in occasione delle ultime elezioni regionali, avrebbero accettato la promessa di procurare voti, mediante le modalitĂ mafiose, da parte dei fratelli Virga in cambio di somme di denaro con le quali acquistare le preferenze e promesse di assunzione.Â
Anche l’allora deputato regionale Paolo Ruggirello si sarebbe rivolto, in distinte occasioni, ad esponenti dell’associazione mafiosa, tra cui Pietro Virga, Francesco Orlando, Carmelo Palermo e Pietro Cusenza (tutti appartenenti alla famiglia mafiosa di Trapani) per ottenere supporto elettorale in occasioni delle consultazioni regionali del 2017 e nazionali del marzo 2018
Gli inquirenti definiscono "significativa" la sinergia tra articolazioni mafiose di territori differenti come Trapani e Marsala. Dalle indagini sono emersi elementi significativi sui rapporti inter-mandamentali (Marsala fa parte del mandamento di Mazara del Vallo), con incontri dei diversi rappresentanti nel corso dei quali sono state gettate le basi delle scelte imprenditoriali-mafiose e la spartizione degli introiti illeciti.
Il mandamento mafioso di Trapani aveva anche diversificato i propri investimenti riuscendo ad acquisire anche la proprietà del Gran Hotel Florio di Favignana e di due negozi - "Lo Scrigno" e "Lo Scrigno 2", riconducibili a Francesco Virga, di un’impresa edile e un autonoleggio, riconducibili a Francesco Peralta, e dell'Efri Bar di via a Conte Agostino Pepoli di Trapani, gestito da Francesco Orlando. Tutte queste attività imprenditoriali, le società che li gestiscono e il relativo compendio - per un valore complessivo dei beni di circa 10 milioni di euro - sono stati posti sotto sequestro dai Carabinieri.
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