Papa Francesco alla ong Mediterranea: “Grazie per quello che fate. Contate su di me”
Una lettera accorata in cui Francesco si mette a disposizione dei volontari dell'Associazione
A pochi giorni
dalla partenza da Trapani della nave Mare Jonio in vista della sua decima missione, ai volontari di “Mediterranea” è arrivata una nuova lettera dalla Santa Sede firmata dal cardinale Michael Czerny, prefetto ad interim del Dicastero per lo sviluppo umano integrale. Nel messaggio Czerny trasmette all'organizzazione i saluti di Papa Francesco. «Il Santo Padre prega per la vostra missione, anche noi preghiamo per lui come sempre ci chiede. Insieme ai miei più sinceri auguri di un Santo Natale, estendo quelli di Papa Francesco a tutta la Mediterranea Saving Humans e a quanti insieme a voi collaborano alla missione di creazione di un mondo in cui possiamo davvero essere fratelli e sorelle tutti».
La Mare Jonio
è la principale nave usata dall'Ong italiana Mediterranea Saving Humans. Il mezzo, a partire dal marzo del 2018, è stato impiegato per le missioni nel Mediterraneo centrale volte a rintracciare i migranti partiti dalla Libia. Uno dei principali capomissione è Luca Casarini, ex attivista no global.
In occasione
del compleanno del pontefice era giunta al pontefice una lettera di don Mattia Ferrari, cappellano della piattaforma umanitaria di seguito la risposta ufficiale da Czerny. «A nome del nostro Papa Francesco, vi ringrazio tanto per la vostra lettera del 13 dicembre e per le vostre notizie. Dopo molti mesi in cui siete dovuti stare fermi, vi ringrazio anche del vostro coraggio di ripartire con Nave Mare Jonio, per riprendere la missione in mare insieme alle altre organizzazioni della civil fleet. Continuo a pregare per voi, come anche Papa Francesco vedete che continua a chiedere nei suoi interventi pubblici che si aprano vie legali e sicure di accesso alla protezione internazionale». «Soccorrere i nostri fratelli e sorelle migranti è il più alto servizio che potete offrire. Vi accompagniamo nelle vostre spine, le critiche e le calunnie. Voi avete sperimentato in mezzo al mare che la fraternità universale può essere risanata con l’amore, manifestato in pienezza nella Croce di Gesù. Continuate a percorrere questa strada dell’amore senza stancarvi. Il nostro sogno comune di una fraternità universale si fa realtà grazie a gesti come i vostri, facendovi veramente sorelle e fratelli dei nostri migranti e rifugiati».
Realizzata
all’inizio degli anni ’70 e utilizzata come rimorchiatore, la nave Mare Jonio nel 2018 cambia la sua funzione e si trasforma in mezzo per il recupero dei migranti in mare. La nave battente bandiera italiana e gestita dalla Mediterranea Saving Humans, ha una lunghezza di 37 metri e una larghezza di 9 metri. Al suo interno può ospitare poco più di un centinaio di persone. Prima del battesimo ufficiale, la missione del mezzo riesce ad ottenere l’appoggio di diverse organizzazioni come Arci, Ya Basta Bologna e il magazine online I Diavoli. E poi ancora imprese sociali come Moltivolti di Palermo. A darle appoggio è anche la nave Ong Sea Watch. Per finanziare l’avvio della sua attività è necessaria l’accensione di un prestito di 465mila euro ottenuto da Banca Etica e di altri 70mila euro raccolti con un crowdfunding.
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