L'editoriale del direttore: "Papa resta muto"

La dichiarazione rilasciata a fine gara con il Trapani dal presidente del Bari Calcio è inquietante sia nelle parole che nei toni usati dal massimo es

La dichiarazione rilasciata a fine gara con il Trapani dal presidente del Bari Calcio è inquietante sia nelle parole che nei toni usati dal massimo esponente della società barese. Che un dirigente, un allenatore, un giocatore abbiano a dire sulla direzione arbitrale ci sta. Ma quando ad accusare gli arbitri è un loro ex collega, peraltro con grande esperienza nazionale ed internazionale, allora qualche domanda lo sportivo, non il tifoso, deve porsela. Ebbene, Gianluca Paparesta ha detto: “Stefano Farina (ndr - il designatore arbitrale per la serie B) mi deve spiegare il perché delle decisioni arbitrali“. Ora, a parte che Ghersini è uno dei fischietti candidati alla promozione in massima serie, è il termine “deve spiegare” che non comprendiamo. Deve spiegare a lui perché ha designato Ghersini? Perché, avrebbe dovuto designare un altro che avrebbe potuto prendere decisioni diverse? Le designazioni arbitrali avvengono secondo quali parametri, signor Paparesta? Èvero che Ghersini ha commesso un paio di errori (il rigore dato al Trapani era fuori area, il mani di Fazio, ancorché involontario, poteva essere sanzionato dal secondo giallo), ma da questo a pretendere (deve spiegarmi) di conoscere il perché di una designazione ce ne passa. Allora, se Farina deve spiegare qualcosa a Paparesta, deve spiegare tante altre cose ai tanti altri dirigenti di tutte le società di serie B. Al Trapani, magari, potrebbe spiegare il perché dei tre rigori tre non concessi nella gara contro il Cagliari. Ma lo sportivo, che crede e vuole credere nella buona fede dell’arbitro che “sbaglia come sbagliano i giocatori” (Paparesta ha chiesto spiegazioni a Minelli, portiere del Brescia, su come contro il Bari abbia preso un gol imbarazzante?) ci sta. Si dice che al tirare delle somme a fine anno torti e vantaggi si equivalgano. Se poi Stefano Farina decidesse di dover spiegare qualcosa a Paparesta, lo può fare. Ma attento a farlo in un luogo aperto: non vorremmo che le sue spiegazioni non fossero esaustive e che all’ex arbitro, ora presidente del Bari, venisse in mente di chiuderlo in una stanza. Si, perché lui, non avendo voluto o saputo spiegare qualcosa a Moggi, dopo Reggina-Juventus, sarebbe stato chiuso a chiave negli spogliatoi del "Granillo".

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