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Parità di genere all'ARS, la protesta dell'Udi e del Psi contro abolizione doppia preferenza

22 Giugno 2016 15:42, di Niki Mazzara
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"Incomprensibile e inaccettabile" così la responsabile trapanese dell'Udi, Valentina Colli, definisce la notizia "che la commissione dell'Ars ha appro...

"Incomprensibile e inaccettabile" così la responsabile trapanese dell'Udi, Valentina Colli, definisce la notizia "che la commissione dell'Ars ha approvato gli emendamenti alla legge elettorale comunale attualmente in discussione - con la ferma opposizione delle onorevoli deputate del PD - con i quali si chiede l’abolizione della doppia preferenza di genere approvata poco più di due anni fa". "E' incomprensibile - prosegue Colli - come atto politico e di civiltà, eliminare un riequilibrio delle rappresentanze di genere: si impedisce che le donne esercitino un diritto costituzionale (art.51) la possibilità di essere candidate ed eventualmente di farsi eleggere per rappresentare uomini. E’ inaccettabile che il Parlamento siciliano possa scegliere di negare se stesso negando una propria legge, di andare controtendenza rispetto ad una legislazione nazionale sempre più dichiaratamente paritaria ed anche contro le stesse norme dello Statuto siciliano che, in mondo netto, promuovono ‘l’equilibrio della rappresentanza dei sessi’". L'Udi trapanese chiede a presidente della Regione Rosario Crocetta "che questa risoluzione sia immediatamente stralciata e ridiscussa, che la questione sia posta subito in agenda, nell’ambito di un più ampio dibattito sulla democratizzazione della politica da donne e da uomini. Un Parlamento regionale che nega l'agibilità politica alle sue cittadine non è degno di governare". "Sia chiaro - avverte la vice segretaria provinciale del Psi di Trapani, Cathy Marino, che siede anche nel Consiglio nazionale del partito - che i socialisti sono contro l’emendamento che riguarda la soppressione della doppia preferenza di genere alle elezioni amministrative. Dopo che il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone, ieri pomeriggio, nel corso dei lavori d’Aula, aveva dichiarato l’inammissibilità dell’emendamento quanto accaduto oggi in Commissione Affari istituzionali costituisce un fatto grave, oltre che un errore da segnare in rosso”. "In Sicilia - prosegue Marino - si torna indietro. Essere donna, di per sè, non è un compito facile, essere donna e occuparsi di politica è ancora più difficile, essere donna e occuparsi di politica in Sicilia è come scalare il Monte Bianco a mani nude! Oggi all'Assemblea Regionale Siciliana si sta consumando l'ennesimo sopruso nei confronti delle donne".

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