Poma: invece delle Province abolire le Regione
La decisione della Regione Sicilia di abolire le province non va a genio, come è comprensibile, ai consiglieri provinciali. Tutti a illustrare i benef...
La decisione della Regione Sicilia di abolire le province non va a genio, come è comprensibile, ai consiglieri provinciali. Tutti a illustrare i benefici dell'Ente intermedio. Non fa eccezione la provincia regionale di Trapani il cui presidente del consiglio Peppe Poma, ha inviato una nota al Governatore Crocetta in cui scrive: “Vorremmo fare a meno di una classe politica che illude la gente (e sé stessa) con un provvedimento legislativo che vorrebbe risolvere il problema dei cosiddetti “costi della politica” abolendo l’Ente Provincia quando, invece, guardando ai tantissimi benefit, alle ingenti retribuzioni di cui godono gli inquilini di Palazzo d’Orleans e di Palazzo dei Normanni e all’esorbitante spesa per il mantenimento dell’intero apparato politico-burocratico, sarebbe sicuramente il caso di chiedere la soppressione dell’istituto “Regione”. La nota di Peppe Poma, condivisa dall’intero Consiglio Provinciale di Trapani, è stata inviata oltre a Crocetta ai nove Deputati regionali della Provincia di Trapani, ai Presidenti dell’UPI, dell’URPS, dell’ANCI e dell’ANCI Sicilia. “Il mio – sottolinea Poma, con riferimento al disegno di legge approvato dall’ARS il 20 marzo scorso - non vuole essere un “NO” a tutti i costi ad una riforma dell’Ente intermedio, che potrebbe anche essere necessaria, ma che certamente non può essere effettuata con iniziative raffazzonate ed approssimative portate avanti anche grazie alla condivisione ottenuta da una pubblica opinione coinvolta e convinta con un ben orchestrata “campagna mediatica”, avviata molto tempo prima e nutrita con roboanti dichiarazioni e proclami ad effetto che hanno distolto l’attenzione dei cittadini dalla “verità vera” dei conti pubblici e fatto passare per buono un disegno di legge che non ha una effettiva utilità sotto il profilo economico e finanziario ma assesta un duro colpo alla democrazia territoriale. Anche se mi auguro di sbagliarmi nell’interesse dei cittadini amministrati, ritengo quindi che si genererà il caos istituzionale proprio a seguito della soppressione delle Province Regionali. Non vorrei che tra qualche mese qualcuno, dopo le roboanti affermazioni fatte da diversi esponenti politici che hanno plaudito alla soppressione delle Province quasi che fosse la panacea di tutti i mali, mi tacciasse di essere stato un cattivo profeta quando dico che probabilmente, nonostante tutto, si assisterà all’eclatante ritorno alle Province Regionali così come sono esistite fino ad oggi”. Nella lettera, viene poi messo in risalto che “a seguito della soppressione delle Province Regionali si determineranno forti, forse insuperabili disservizi soprattutto per quanto riguarda la gestione della viabilità , delle scuole (istituti superiori di 2° grado), degli immobili di proprietà provinciale e, dulcis in fundo, delle società partecipate (compreso il capitale umano) e dello stesso personale dipendente di ruolo, senza considerare i dipendenti “precari”, che pone un’altra gravissima questione: la ricollocazione dei lavoratori in esubero che non dovessero essere assorbiti dai Consorzi. Ci si chiede in particolare se i Comuni saranno disposti ad accollarsi questa ulteriore spesa e come farà la Regione a giustificare l’eventuale inserimento nel proprio organico degli ex provinciali con ulteriore aggravio di spese. In provincia di Trapani, inoltre, la soppressione delle Province Regionali mette in discussione la sopravvivenza dell’Airgest e, quindi, il futuro dell’aeroporto civile “V. Florio” di Birgi. Serissimi dubbi e interrogativi anche sul fatto che il Consorzio Universitario di Trapani, di cui la Provincia è il socio principale, possa proseguire la propria importantissima attività didattica. In questo discorso si inseriscono anche altri prestigiosi enti, quali la Fondazione Orestiadi di Gibellina, il Luglio Musicale Trapanese e la Biblioteca Fardelliana, di cui la Provincia Regionale di Trapani è ente condotante, nonché gli istituti scolastici provinciali: “Ottici e Corallai” di Trapani ed il Liceo Linguistico “Del Giudice” di Marsala. Inoltre, non viene specificato chi si accollerà le spese dei tanti mutui in corso, dei servizi che finora sono stati a carico delle Province, chi si occuperà del patrimonio (con tutti gli annessi ingenti oneri) di questi Enti. Forse i Comuni – si chiede Peppe Poma - quasi tutti con gravissimi problemi di bilancio, o la Regione Siciliana i cui residui passivi, come denunciato dalla Corte dei Conti, ammontano a ben 7 miliardi di euro? Sarà questo - scrive ancora Poma - il risultato del “pacchetto tsunami” voluto dal Presidente Crocetta, dalla sua Giunta e dall’Assemblea Regionale in coerenza con i tanti proclami ed al fine di incrementare ulteriormente il fondo da destinare al reddito di solidarietà ? O tutto questo attivismo potrebbe essere considerato come un vero e proprio attacco alla democrazia di base da soppiantare con una sorta di oligarchia politico-amministrativa perché, a fronte dell’abolizione delle Province, rimarrebbe in vita la miriade di enti e di consorzi regionali e pararegionali e relativi Consigli di Amministrazione che hanno contribuito, nel tempo, assieme alle faraoniche indennità percepite dai 90 Deputati regionali, dagli Assessori esterni e dai vari collaboratori, esperti e consulenti, alla formazione di quella voragine senza fondo degli sprechi di pubblico denaro oggi ancora esistente. Basti dire che la Provincia Regionale di Trapani, spende meno di 1 milione di euro all’anno per 35 Consiglieri (indennità rimborsi), mentre alla Regione Siciliana mantenere 90 Parlamentari costa 50 volte di più, cioè 50 milioni di euro annui. Intanto siamo tutti curiosi di potere finalmente assistere al “parto” della legge che dovrebbe sancire la riduzione (da 90 a 70 e forse anche meno) dei parlamentari regionali, oltre che il taglio (peraltro richiesto a gran voce dai cittadini) degli stipendi, delle indennità , dei tantissimi privilegi di cui i nostri “Onorevoli” continuano a usufruire e godere ancora oggi. A ciò si aggiunge che la Regione dovrà trovare la copertura finanziaria di circa 300 milioni di euro necessaria ad assicurare la fornitura dei servizi ai cittadini ed il pagamento degli stipendi al personale dipendente il cui futuro appare incerto. Infatti, il disegno di legge approvato dall’ARS il 20 marzo 2013 non chiarisce se vi sarà una deroga in materia di costo del personale e che conseguenze avrà sul rispetto del patto di stabilità , così come non tiene conto del prevedibile caos amministrativo e del fatto che la creazione dei Liberi Consorzi di Comuni, oltre a tempi lunghi, richiederà anche costi di non trascurabile entità . Facile dedurre che ci troviamo di fronte ad una riforma per la cui pratica attuazione potrebbero anche passare degli anni. In questo modo il Governatore Crocetta, oltre a gestire la Regione, tramite la nomina di nove o più Commissari del “cerchio magico” gestirà anche la fase di passaggio dalle Province ai Liberi Consorzi di Comuni, espropriando i cittadini siciliani del diritto di eleggere i rappresentanti del proprio territorio e delegando questo compito agli apparati dei partiti attraverso le elezioni di 2° grado”. Infine, nell’esprimere un ironico apprezzamento a quei Deputati regionali della provincia di Trapani, facenti parte della maggioranza che sostiene il Presidente Crocetta, “per l’impegno profuso a sostegno della soppressione delle Province Regionali, taluni addirittura tradendo la loro personale storia politica”, il Presidente Poma ed il Consiglio Provinciale si augurano che mettano in campo “lo stesso impegno anche per risolvere magari qualcuno dei più gravi problemi sul tappeto: dai tanti lavoratori precari, non solo delle Province ma anche dei Comuni, della scuola, della sanità , ai dipendenti delle società partecipate, dalla profonda crisi che ha investito i vitali settori dell’edilizia, dell’agricoltura, della pesca, alla più generale mancanza di lavoro, ad un sistema creditizio che, con le banche che hanno chiuso i cordoni della borsa, sta pesantemente penalizzando gli imprenditori e gli altri operatori del mondo produttivo, in particolare artigiani e commercianti. Senza dimenticare che, soltanto per quanto concerne la Provincia Regionale di Trapani, 82 lavoratori precari (ex LSU ed ASU) “galleggiano nel limbo” rischiando il probabile licenziamento, così come le 71 persone che lavoravano alle dipendenze della “Megaservice e i due impiegati dell’Agriturpesca”. Sin qui la nota di Poma che, per quanto riguarda diversi aspetti, è condivisibile. Quello che ogni cittadino alle prese con i mille problemi quotidiani, tra cui “primum vivere”, si chiede è come mai tutto quanto sta emergendo ora dalla classe politica non è stato sinora attenzionato. Certo, i costi della Regione sono esagerati, ma non lo sono da meno quelli di Enti che potrebbero funzionare con meno unità e a costi minori, che non fossero stati utilizzati dai suoi componenti come “professione” visto che in tanti svolgono solo questo “lavoro”, una sorta di contratto quinquennale a volte rinnovabile. Sin quando la situazione economica lo ha consentito è stato possibile:ora non lo è più. Èdifficile farlo comprendere a chi guarda sempre all'altro (e vale anche per la Regione).
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