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Levanzo | Attualità

Posizionati dispositivi anti strascico a difesa dei fondali

16 Giugno 2015 10:39, di Ornella Fulco
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Un nuovo quantitativo di dispositivi utili ad impedire la pesca a strascico è stato posizionato a difesa dei fondali attorno all'isola di Levanzo, nel...

Un nuovo quantitativo di dispositivi utili ad impedire la pesca a strascico è stato posizionato a difesa dei fondali attorno all'isola di Levanzo, nell'Area marina protetta. Si tratta della seconda fase del progetto Master (Misure anti strascico per la tutela e il ripopolamento). I 24 dissuasori sono stati collocati tra le batimetriche dei 30 e dei 50 metri, dopo che nel 2013 ne erano già stati posizionati 72 a difesa delle coste di Favignana. Nei mesi di settembre e ottobre prossimi altri 56 dissuasori andranno a completare lo "scudo protettivo" delle coste dell’arcipelago integrando la difesa di Levanzo e proteggendo tutta l’isola di Marettimo. Il progetto è finanziato in parte dalla "Rio Mare", nell’ambito delle strategie di responsabilità sociale d’impresa, e con fondi comunitari della misura 3.2 del FEP, sui quali l’Amp "Isole Egadi" si è aggiudicata un bando pubblico indetto dalla Regione Siciliana. “Lo strascico sotto costa - spiega il direttore dell'Area marina protetta Stefano Donati - è vietato in tutta Italia, anche fuori dalle aree marine protette ma è soprattutto nelle riserve marine che il danno causato ai fondali e alla fauna ittica è inaccettabile. Lo strascico sui bassi fondali erode la prateria di posidonia, vero polmone del Mediterraneo, distrugge la risorsa ittica allo stadio giovanile (non commercializzabile, pesce che viene ributtato in mare già morto) e costituisce una forma di grave concorrenza sleale con i pescatori professionisti che rispettano le regole, che sono la grande maggioranza. Con questo progetto - prosegue Donati - abbiamo quasi azzerato gli abusi, anche grazie all’eccezionale attenzione su questo tema della Capitaneria di Porto di Trapani”. Soddisfatto dei risultati anche il sindaco di Favignana e presidente dell’Amp, Giuseppe Pagoto secondo cui “le Egadi stanno diventando un modello di gestione virtuosa della fascia costiera, apprezzata a livello regionale e nazionale, tanto da cominciare anche ad attirare finanziamenti privati. E i progetti di tutela sono ripagati dall’eccezionale gradimento dei turisti”

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