Presentato il calendario storico 2017 dei Carabinieri
"L'esaltazione della storia di un segno, in un'epoca in cui i simboli sono la radice della nostra cultura e della nostra identità". Con queste parole ...
"L'esaltazione della storia di un segno, in un'epoca in cui i simboli sono la radice della nostra cultura e della nostra identità ". Con queste parole il critico d’arte Philippe Daverio presenta, nella "prefazione" a lui affidata - l'altra è a firma di Gillo Dorfles - il Calendario Storico 2017 dei Carabinieri, quest'anno dedicato ai simboli dell'Arma, rappresentazione visiva dell’essenza dell’Istituzione che si susseguono illustrati nei diversi stili con cui l’arte grafica si è evoluta nel tempo, a partire dal 1814, anno della sua fondazione. Anche a Trapani, dopo la cerimonia svoltasi a Roma nell'Aula Magna della Scuola Ufficiali Carabinieri lo scorso 9 novembre, la pubblicazione è stata presentata stamane alla stampa dal comandante provinciale, colonnello Stefano Russo, insieme al comandante del Reparto operativo provinciale, maggiore Antonio Merola, e al comandante della Compagnia di Trapani, Livio Lupieri. Il Calendario, divenuto ormai un oggetto ambito da parte dei collezionisti ma anche di tantissimi semplici cittadini, ha raggiunto una tiratura di 1 milione e 300.000 copie, di cui quasi 10.000 in lingue stranire come l'Inglese, il Francese, lo Spagnolo, il Tedesco e l'Arabo. In copertina, inseriti nell’aura rossoblu dell’Arma, sono raffigurati due carabinieri, uno con l’uniforme bisecolare e l’altro con quella attuale, poi - nel classico carattere “Bodoni” di inizio Ottocento - le due pagine con l'abbreviazione “CC” della parola Carabinieri che apre il percorso artistico: una racchiude al suo interno il contributo dell'intellettuale e artista Gillo Dorfles e il giudizio critico di Philippe Daverio mentre l’altra contiene la presentazione a cura del comandante generale dei Carabinieri Tullio Del Sette. Quindi la sequenza delle tavole mensili, tutte sviluppate con lo stesso criterio: a destra la tavola che riprende il simbolo dell’Arma prescelto e, a sinistra, nella stessa grafica, la pagina con le notizie storiche sul simbolo e sul segno d’arte che lo raffigura. Dalla carabina, dalla quale l’Arma prende il nome, all’elmo dei Corazzieri, alla daga - arma bianca dei carabinieri a piedi fino al 1985 - dall'alamaro alla bandoliera con la giberna, dalla banda rossa dei pantaloni alla "fiamma", proposta come un cristallo purissimo che filtra la luce chiara e intensa della passione e della dedizione dei Carabinieri, trasformandola nei colori del Tricolore, a testimonianza del loro quotidiano e generoso impegno a favore di tutti i cittadini. La narrazione prosegue con il pennacchio rosso-blu della Gus, la Grande Uniforme Speciale; il mantello, foderato di saglia rossa; la lucerna, tipico copricapo delle origini; il basco con le sue diverse colorazioni che richiamano i reparti che lo indossano: dal blu tradizionale, al rosso dei Cacciatori, all’amaranto dei Paracadutisti, al nero della Linea Mobile, al celeste dei Carabinieri delle missioni Onu e al verde di quelli Forestali. E poi, ancora, la saetta e il numero di emergenza 112, espressioni visive del pronto intervento, per finire, nel mese di Dicembre, con il polso di un carabiniere che indossa un orologio hi-tech con tante icone che raggruppano tutte le componenti dell'Arma. Nella tavola finale vengono ricordate le decorazioni concesse alla Bandiera e agli eroi dell'Arma seguite da una sorta di "albero" costruito con le parole Etica alla base e, quindi, Onore, Integrità , Rispetto, Competenza, Impegno, Efficienza, Coesione, Serenità , Tradizione, Fedeltà e Fede, attraverso gli elementi orizzontali delle “E” che li accomunano come i pioli di quella scala di virtù e qualità che conducono alla fiamma dell’inconfondibile berretto rigido nero. Il copricapo è indossato dallo stesso giovane carabiniere che, in copertina, si affianca a quello più anziano, entrambi ispirati - oggi come ieri -  dagli stessi valori. Nato nel 1928, dopo l’interruzione post-bellica dal 1945 al 1949, il Calendario tornò a vivere nel 1950 e - da allora - ha raccontato nelle sue tavole abbinate ai mesi dell'anno, le vicende dei Carabinieri e la stessa Storia d’Italia. Anche quest’anno la pubblicazione unisce in sé - come ha sottolineato nella presentazione romana il generale Del Sette - una accurata e innovativa ricerca estetica su aspetti culturali che uniscono l’attenzione alla Storia dell’Arte e i segni distintivi e alla storia dell’Arma” con il richiamo “ai valori morali che da sempre sostengono e contraddistinguono la sua opera al servizio delle nostre comunità , di ogni cittadino e specie di chi ha più bisogno. Valori che devono essere perpetuati e riaffermati nel tempo perché costituiscono la base morale di un modo di sentire fondante e insopprimibile, che fa dell’Arma una forza coesa, affidabile ed efficiente”, un’istituzione “moderna e dinamica, protesa al futuro che guarda con giustificato ottimismo e rinnovato vigore”. [metaslider id=94650]
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