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Processo depistaggio: Bo si dichiara estraneo ai fatti. - Trapani Oggi

Cronaca

Processo depistaggio: Bo si dichiara estraneo ai fatti.

30 Maggio 2022 17:01, di Redazione
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Il funzionario di polizia ha deposto al processo di Caltanissetta.

Il funzionario di polizia Marco Bo, in veste di imputato  insieme ad altri due colleghi nel processo sul depistaggio delle indagini sulla strage di via d'Amelio del 19 luglio che si sta sta svolgendo a Caltanissetta, ha affermato: " Sono assolutamente estraneo ai fatti contestatemi in questo dibattimento, che già mi ha procurato non pochi danni fisici e morali. Ho sempre giurato fedeltà alle leggi fin dal mio ingresso nell'Amministrazione".

Questa mattina Bo ha deciso di rendere dichiarazioni spontanee. Per il funzionario della polizia la procura nissena ha chiesto 11 anni e 10 mesi, mentre per gli altri due poliziotti Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo 9 anni e 6 mesi. " Nel corso di questo processo - ha osservato Bo - è emerso che ho fatto parte del gruppo Falcone-Borsellino, che si occupava delle stragi del 23 maggio e del 19 luglio, solo dalla seconda metà del '93".

" Tornai a Palermo - ha proseguito - dal ben più tranquillo ruolo di dirigente del Commissariato di Polizia di Volterra, ricoperto dal 1992, allorquando venni trasferito in Toscana e più precisamente alla Questura di Pisa a seguito di una mia domanda di trasferimento per andare incontro ai desiderata di quella che allora era mia moglie, non già per asseriti contrasti con il Dott. La Barbera per come capziosamente rappresentato da un teste".

La Barbera era a capo del gruppo d'indagine Falcone- Borsellino. Non sono mancati i riferimenti al falso pentito Scarantino , teste chiave del depistaggio, " Vincenzo Scarantino, interrogato dal carcere di Pianosa, si dichiarò estraneo ai fatti che gli venivano contestati: al che ricordo di avergli chiesto il perchè, il motivo che lo aveva convinto a chiedere di conferire con l'autorità gudiziaria. Non fornendomi alcuna spiegazione, continuò nella sua line difensiva aggiungendo che non riusciva a reggere le condizioni carcerarie e la lontananza dal proprio nucleo famigliare".

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