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Processo omicidio Indelicato. Giacomo Buffa: "Se mia figlia ha colpa deve pagare" - Trapani Oggi

Cronaca

Processo omicidio Indelicato. Giacomo Buffa: "Se mia figlia ha colpa deve pagare"

16 Novembre 2020 14:09, di Laura Spanò
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Prossima udienza il 14 dicembre

Nell'udienza che si tiene innanzi la Corte d'Assise di Trapani stamane è stata la volta del padre di Margareta Buffa, chiamata a rispondere dell'omicidio dell'amica Nicoletta Indelicato. Incalzato dalla presidente della Corte, giudice Daniela Troja, Giacomo Buffa non ha avuto alcuna esitazione: “Se mia figlia è colpevole è giusto che paghi. Ma io voglio la verità”.

Il teste ha poi raccontato del rapporto tra le due ragazze. “Margareta e Nicoletta – ha detto Giacomo Buffa – erano come sorelle. Stavano sempre insieme”. Ed ha rammentato di un Natale del 2018 quando proprio Nicoletta pranzò a casa loro.

Buffa ha poi ricordato il periodo dell'adozione della figlia, ripercorrendo brevemente quanto accade nel 1993 quando si affidò ad un avvocato di Bucarest. “Non ho altri figli. Quando Margareta arrivò a casa mia aveva tre anni e mezzo. Si è sempre comportata bene sia con me sia con mia moglie e quando la mamma venne ricoverata al Cervello di Palermo perché affetta da tumore lei l’ha assistita fino alla sua morte”.

Poi ha confermato che vivevano insieme dopo la morte della moglie avvenuta nel 2017, ha detto di conoscere Carmelo Bonetta. Ha raccontato alla Corte che era stata la figlia a presentarlo. Ha ribadito però che non gli piacque. “Ho invitato Margareta ad allontanarsi da lui. Non era il suo fidanzato. Erano solo amici”. Malgrado vivessero insieme e avessero a suo dire un buon rapporto, Giacomo Buffa sapeva veramente poco della figlia, del suo lavoro, della sua vita, dei suoi amici o fidanzati. Non sapeva nemmeno delle gravidanze e dei successivi aborti della figlia: “I giovani d’ oggi non sono come quelli di un tempo”. Poi ha rivelato un particolare inquietante: “Un giorno Margareta mi disse che mi aveva salvato il culo, perché mi volevano ammazzare. In quella circostanza mi fece anche il nome di Marino”.

La versione che Giacomo Buffa ha fornito alla Corte è che qualcuno avrebbe chiesto a Margareta 7mila euro, la somma che la ragazza avrebbe sborsato, ricorrendo ad un prestito, perché ricattata: tuo padre ha molestato una bambina. “Papà ci ricattano e ci controllano”. Ma chi? Su questo punto Giacomo Buffa non ha saputo fornire nessuna spiegazione”.

Poi l'attenzione si è spostata su uno dei coltelli spariti dal set custodito in cucina, il teste ha ribadito: “L’ho buttato io perché mentre stavo lavorando ad un tavolo si è rotta la punta”.

Nel corso dell’udienza è stato conferito l’incarico al perito fonico romano Marco Zonaro che dovrà eseguire un accertamento strumentale su alcuni passaggi di una intercettazione – tra Margareta Buffa e Carmelo Bonetta, mentre parlano nella sala d’attesa dei carabinieri – sulla quale l’avvocato dell'imputata Ornella Cialona, ha sollevato dei dubbi sulla parzialità di quella conversazione, chiedendo, una integrazione. Prossima udienza il 14 dicembre.

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