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Trapani | Cronaca

Processo peculato. Chiesta condanna dell'ex vescovo di Trapani Francesco Miccichè

29 Ottobre 2024 07:35, di Laura Spanò
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Il processo va avanti da tre anni entro la fine dell'anno la sentenza

Trapani - Quattro anni e sei mesi per peculato. È la condanna chiesta ieri a conclusione della requisitoria dal pm Sara Morri, per l’ex vescovo della diocesi di Trapani Francesco Miccichè. La vicenda si inserisce nel contesto del cosiddetto «Caso Curia» e che ha visto l'ex vescovo Miccichè passare da parte offesa a indagato e poi in ultimo imputato. Per l’accusa i soldi destinati alle esigenze del culto e del clero, alle opere di carità sono finiti invece nella disponibilità personale dell'ex vescovo Francesco Miccichè, a giudizio per un peculato superiore ai 400 mila euro, somma assegnata alla curia vescovile dalla CEI, proveniente dall’8 per mille. I fatti contestati vanno dal 2007 al 2012. Le indagini scattarono nel 2011, e riguardavano la gestione finanziaria della Diocesi di Trapani. Nel 2012 poi Miccichè venne rimosso da Papa Benedetto Ratzinger dopo la visita eseguita dal «visitatore apostolico» monsignor Domenico Mogavero, allora vescovo di Mazara e a seguito dell’indagine condotta dagli agenti di Pg di Finanza e Forestale. Il reato contestato è il peculato perchè il denaro sarebbe stato sottratto in violazione della legge 222 del 20 maggio 1985 e del regolamento che prevede l’impegno delle somme derivanti dall’8 x mille per “esigenze di culto della popolazione, sostentamento del clero, interventi caritativi a favore della collettività nazionale o di paesi del terzo mondo”.

Il processo riprenderà il 16 dicembre prossimo con l’arringa dell’avvocato Mario Caputo, difensore del vescovo Miccichè (che non si è mai presentato in nessuna delle udienze).

Oggi Francesco Micchichè vive a Roma con il titolo di vescovo emerito. La Diocesi di Trapani si è costituita parte offesa nel giudizio con l’avvocato Umberto Coppola. La richiesta di rinvio a giudizio per Miccichè era arrivata a novembre del 2019.

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