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Petrosino | Cronaca

Rapinano connazionale, arrestati due Tunisini

07 Marzo 2016 14:56, di Ornella Fulco
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Un arresto e un fermo sono stati effettuati dai Carabinieri per la rapina compiuta ai danni di un 33enne di origine tunisina avvenuta ieri. A finire i...

Un arresto e un fermo sono stati effettuati dai Carabinieri per la rapina compiuta ai danni di un 33enne di origine tunisina avvenuta ieri. A finire in manette, in flagranza di reato, è stato Faouzi Brahim, 32 anni, mentre il fermo è stato disposto nei confronti del 37enne Adbelaziz Elyazidi. Per entrambi, di origine tunisina, l'accusa è di rapina aggravata. I due, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, si erano impadroniti dello scooter di proprietà del connazionale che era parcheggiato all'esterno di un bar di Petrosino. L'uomo, dopo essersi recato alla toilette, si era accorto che il ciclomotore era sparito e, uscito dal locale, aveva notato che tre suoi connazionali, presenti fino a poco prima nel bar, se ne erano impadroniti. Inseguitili, era stato colpito con pietre e un cacciavite dai connazionali che poi gli avevano pure sottratto il cellulare e il denaro che aveva con sé, quasi 300 euro, dandosi alla fuga dopo averlo lasciato a terra tramortito dai colpi. Grazie ai dettagli raccolti dalla vittima i militari dell'Arma giunti sul posto dopo una segnalazione al 112, si sono messi sulle tracce dei tre mentre l'uomo è stato accompagnato al Pronto Soccorso dove le contusioni al volto ed al torace gli sono state medicate con una prognosi di tre giorni. Poco dopo, non lontano dal luogo della rapina, una pattuglia ha individuato Faouzi Brahim mentre camminava a piedi verso il centro di Petrosino e, dato che le sue fattezze corrispondevano a quelle di uno degli aggressori, lo hanno fermato. Il 32enne è stato successivamente riconosciuto dalla vittima.Alle prime luci dell’alba è stato rintracciato anche il secondo malvivente grazie alle verifiche effettuate sul cellulare di Brahim che hanno consentito di risalire al domicilio di Adbelaziz Elyazidi, un fabbricato ricavato da una cella frigorifera abbandonata nella contrada marsalese Santo Padre delle Perriere. L'uomo indossava dei vestiti con tracce di sangue e la sua descrizione corrispondeva a quella fornita dalla vittima da cui, una volta condotto in caserma, è stato riconosciuto. Un altro importante elemento si è rivelato un braccialetto rotto, trovato nel corso dei rilievi eseguiti sul luogo della rapina, che Elyazidi ha riconosciuto come proprio. La circostanza è stata confermata anche da un evidente segno di pelle più chiara sul suo polso, compatibile, per dimensioni e forma, con quelle del bracciale. Sussistendo il concreto e reale pericolo di fuga, in virtù del fatto che Elyazidi non ha fissa dimora, è stato colpito da diversi ordini di espulsione dal territorio italiano e, già nel febbraio 2009, aveva commesso una rapina ai danni di due fratelli marsalesi, durante la quale le due vittime erano state sequestrate per oltre due ore e la donna anche violentata, l'uomo è stato sottoposto al fermo di indiziato di delitto. Terminate le operazioni di rito, su disposizione del magistrato di turno della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Marsala, Brahim è stato posto agli arresti domiciliari nella sua abitazione mentre Elyazidi è stato condotto alla Casa circondariale di Trapani in attesa della convalida dell’arresto da parte del gip lilybetano.

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