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Petrosino | Cronaca

Rarissimo avvoltoio capovaccaio ucciso nel Trapanese

12 Settembre 2018 17:00, di Ornella Fulco
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L'esemplare era stato liberato lo scorso agosto ed era monitorato nell'ambito di un progetto del CERM

Un esemplare del rarissimo avvoltoio capovaccaio è stato trovato ucciso a circa 10 chilometri a nord-ovest di Mazara del Vallo, nelle campagne di Petrosino. Gli accertamenti radiografici eseguiti all’Istituto Zooprofilattico di Palermo hanno individuato sette pallini di piombo distribuiti nel suo corpo. Si trattava di un esemplare femmina, liberato nell’ambito del progetto LIFE Egyptian vulture, gestito dal CERM (Centro Rapaci Minacciati). Aveva raggiunto la Sicilia percorrendo circa 800 chilometri per proseguire la migrazione verso l’Africa sub-sahariana. I suoi movimenti erano monitorati grazie da un trasmettitore GPS/GSM.
Il capovaccaio (Neophron percnopterus) è un piccolo avvoltoio a rischio estinzione in Italia dove nidificano poco più di una decina di coppie concentrate in Basilicata e Sicilia; per questo, spiegano dal CERM, “da anni si cerca di sostenere questa popolazione minacciata liberando giovani individui nati in cattività”. E proprio il 16 agosto scorso, nel Parco Naturale della Murgia Materana, erano state liberate due femmine di capovaccaio nate in cattività, Bianca e Clara. Partite entrambe il 3 settembre dall’area di rilascio per la migrazione verso l’Africa sub-sahariana, sono giunte speditamente nella Sicilia occidentale e da lì avrebbero dovuto “saltare” in Tunisia e proseguire il viaggio verso sud. Invece, lo scorso 9 settembre, il colpo di fucile di un “bracconiere” ha stroncato la vita di Clara che, dagli accertamenti, ha agonizzato per due giorni prima di morire. La carcassa del rapace è stata trovata ieri dai Carabinieri del Servizio Cites della Sicilia, attivati dal Raggruppamento Carabinieri Cites di Roma su segnalazione del Cerm. Il ritrovamento è stato possibile proprio dal dispositivo di monitoraggio che consentiva di seguirne costantemente gli spostamenti e conoscerne la precisa localizzazione.
"L’uccisione di Clara - si legge nel comunicato diffuso dal WWF - rappresenta un gravissimo crimine di natura che colpisce una specie ormai rarissima e vanifica gli sforzi (e le relative risorse anche economiche) di Unione europea e Ministero dell’Ambiente per consentirne la sopravvivenza".
L'associazione ambientalista sottolinea come la Regione Siciliana abbia emanato "un calendario venatorio inaccettabile, che abolisce limitazioni e concede ai cacciatori di sparare con meno vincoli e per una stagione più lunga. Nemmeno le specie super protette come i rapaci più rari (impossibili da confondere con specie cacciabili) si salvano. Non è stato rispettato nemmeno l’autorevole parere scientifico dell'ISPRA Istituto Superiore Protezione e Ricerca Ambientale), che aveva fortemente criticato la Regione sull’eccessiva estensione di specie e periodi di caccia, chiedendo di limitare l’attività venatoria".
“La deliberata uccisione di Clara - ha sottolineato Ennio Bonfanti, referente fauna WWF Sicilia e componente del Comitato regionale faunistico-venatorio dell’Assessorato regionale Agricoltura - rappresenta un gravissimo crimine che colpisce una specie ormai rarissima e vanifica gli sforzi (e le relative risorse anche economiche) di Unione Europea e Ministero dell’Ambiente per consentirne la sopravvivenza. Ancora una volta l’apertura della caccia in Sicilia significa massacro di legalità e di fauna, anche di specie teoricamente super-protette come l’Aquila di Bonelli, sparata a Licata (AG) all’apertura della stagione venatoria del 2016. Proprio per garantire la salvaguardia del capovaccaio, l’ISPRA aveva chiesto alla Regione di limitare la caccia al coniglio a settembre e di vietare le munizioni di piombo: ed ecco i risultati...". 
"Contiamo sull’operato delle  Forze dell’ordine, in particolare dei Carabinieri forestali - ha commentato il vice presidente del WWF Italia, Dante Caserta -  per l’avvio di rapide indagini per individuare il criminale e chiediamo  la collaborazione  delle  Associazioni  venatorie che, per prime, dovrebbero attivarsi . I nostri legali valuteranno anche azioni indirizzate alla Magistratura contabile  nei  confronti  dei pubblici  amministratori, nel caso rimangano  inerti  di fronte  questo delitto”.
La Sicilia, e in particolare la zona di ritrovamento dell’animale, costituisce una sorta di "collo di bottiglia" per il capovaccaio che - con meno di 10 coppie - rappresenta la frazione decisamente più consistente della popolazione italiana. Ciò a sottolineare l’importanza di quell’area per la sopravvivenza della popolazione nazionale della specie.
Il WWF è attivo in Sicilia con il Progetto LIFE ConRaSi, sostenuto finanziariamente dalla Commissione Europea con l’obiettivo di migliorare lo stato di conservazione di tre specie in pericolo: aquila di Bonelli, lanario e capovaccaio. E’ un progetto promosso e coordinato dal WWF Italia  e coinvolge attivamente la Regione Siciliana (Dipartimento Regionale Ambiente e Dipartimento Regionale dello Sviluppo Rurale e Territoriale) e l’associazione spagnola GREFA. Grazie alle attività finanziate dal progetto in Sicilia si contano oggi 44 coppie di aquila del Bonelli, più del doppio rispetto a 20 anni fa.

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