Riapre dopo 20 anni la Sezione archeologica del Museo "Pepoli"
Rinnovata, è dedicata alla archeologia scomparsa Maria Luisa Famà
Sarà inaugurata sabato prossimo, 22 dicembre, alle ore 11, la sezione archeologica del Museo regionale “Agostino Pepoli” di Trapani dedicata alla scomparsa Maria Luisa Famà , archeologa, per ben 11 anni direttrice del Museo e autrice del progetto museologico della sezione. Interverranno alla cerimonia, oltre al direttore Luigi Biondo, l’assessore regionale ai Beni culturali Sebastiano Tusa, il dirigente generale dei Beni culturali Sergio Alessandro, Neil Walker, marito di Maria Luisa Famà , Lina Novara, presidente dell’associazione Amici del Museo Pepoli, Enrico Caruso, progettista del rinnovato allestimento, e  Luana Poma che, per anni, ha collaborato allo studio dei materiali e al riordino della sezione. Viene dunque restituita alla città ,  dopo circa 20 anni di chiusura, un’importante “cellula” del Museo trapanese, concepito agli albori del secolo scorso dal mecenate Agostino Pepoli, egli stesso archeologo dilettante nonché indefesso collezionista di rarità archeologiche, acquistate sul mercato antiquario o reperite nel corso di scavi da lui stesso condotti in territorio ericino.
La nuova sezione, corredata di un ampio catalogo scientifico che sarĂ presentato a breve, offre una selezione ragionata dei materiali che abbracciano un ampio periodo incluso tra la Preistoria e l’etĂ medievale, suddivisi per ambiti di provenienza ed esposti secondo criteri cronologici. Il percorso di visita si apre con reperti preistorici e protostorici provenienti dalle grotte della provincia di Trapani e prosegue con i manufatti greci pervenuti dalla necropoli e dal santuario della Malophoros di Selinunte; a seguire, svariati reperti provenienti dal territorio ericino, esposti in un ampio vano coperto da una cupola che evoca la “montagna sacra” di Erice, nonchĂ© una nutrita serie di manufatti di cultura fenicio-punica rinvenuti a Mozia, Birgi e Lilibeo. Al centro di una vasta sala sono inoltre scenograficamente esposte alcune anfore da trasporto greche e romane, insieme con il Rostro bronzeo di nave romana, dalla caratteristica forma “a tridente”, risalente alla battaglia navale combattutasi al largo dell’isola di Levanzo che pose fine alla Prima Guerra Punica.Â
Particolarmente significativa è la raccolta di ceramica figurata che comprende vasi attici, italioti e sicelioti. Tra gli esemplari a figure nere si distingue la splendida Anfora con coperchio con scena di palestra del VI secolo a. C., tra quelli a figure rosse, il Cratere a campana con scena dionisiaca ed il Cratere a colonnette, pregevole esempio di ceramica apula, entrambi del IV secolo a. C. Infine, tra i numerosi reperti destinati a suscitare curiosità ed interesse annoveriamo una collezione di amuleti e scarabei afferenti alla cultura egizia e le cosiddette Tanagrine, aggraziate figurine votive in terracotta di epoca ellenistica, dalle ampie vesti drappeggiate, provenienti in gran parte da corredi tombali.
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