Ricordato stamane a Trapani Alberto Giacomelli, il giudice galantuomo
Alla cerimonia presenti i familiari
Trapani - Un aneddoto raccontato da don Giuseppe Giacomelli, figlio di Alberto Giacomelli, evidenzia la caratura dell’uomo e del giudice assassinato dalla mafia.“Quando ero bambino – dice il sacerdote – mio padre mi portava con lui alla Colombaia dove si recava per incontrare i detenuti. Mia madre era preoccupata. Lui, però, la rassicurava: sono persone buone. Ecco mio padre aveva fiducia nelle persone. E i detenuti – ha aggiunto - mi hanno insegnato a pescare”.
Il racconto del prete ha concluso la cerimonia che, questa mattina, si è svolta a Trapani in memoria del giudice Alberto Giacomelli. Presente anche la figlia, Fausta Giacomelli.
Alberto Giacomelli era in pensione quando venne assassinato nella frazione di Locogrande. Era il 14 settembre 1988. Il corpo senza vita, rinvenuto dai carabinieri, presentata due colpi di arma da fuoco: uno alla testa, l’altro all’addome. La mafia lo aveva condannato a morte nonostante fosse in pensione. La sua colpa? Quella di aver sequestrato, quando ricopriva la carica di presidente della Sezione misure di prevenzione del tribunale di Trapani, i beni di Gaetano Riina, fratello del boss corleone. E fu proprio Totò Riina ad ordinare il delitto. A margine della cerimonia il sindaco Giacomo Tranchida ha annunciato che “la Carovana antimafia il prossimo 21 marzo farà tappa a Trapani per ricordare tutte le vittime della mafia”
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