Ricorso rigettato per un dipendente comunale di Santa Ninfa licenziato per peculato
Si sarebbe appropriato di 64 mila 520 euro e sottratto posta destinata al segretario comunale
Santa Ninfa (Trapani) - Rigettato dalla Corte di Appello di Palermo il reclamo presentato da un dipendente del Comune di Santa Ninfa, legittimamente licenziato per il reato di peculato.
Il fatto risale al 2013 quando il Comune di Santa Ninfa, dopo un controllo ispettivo bancario, avviò un procedimento disciplinare nei confronti di un proprio dipendente, preposto alla funzione di messo notificatore.
Al dipendente venne contestato di avere sottratto, nel corso dell’esercizio della propria funzione pubblica, posta destinata al Segretario comunale e, di aver omesso atti che avrebbe dovuto compiere nell’espletamento delle proprie mansioni. Il dipendente fu così sospeso dal servizio per sei mesi, con privazione della relativa retribuzione.
La Procura della Repubblica di Sciacca, nel 2015, chiese il rinvio a giudizio del dipendente per il reato di peculato: secondo l’accusa si sarebbe impropriamente appropriato della complessiva somma di 64mila 520 euro e 64 centesimi spettante all’istituto bancario.
Dopo la condanna in sede penale, il Comune, difeso dall’avvocato Girolamo Rubino, ha provveduto a licenziarlo. Il dipendente si è opposto presentando ricorso dinnanzi al giudice del lavoro, ma è stato rigettato. Poi ha proposto opposizione innanzi al Tribunale di Sciacca che con sentenza del gennaio del 2024 ha rigettato l’opposizione.
Ora il dipendente ha proposto reclamo alla Corte d’Appello che ha rilevato la legittimità del licenziamento disposto dal Comune di Santa Ninfa, ritenendo infondato il reclamo così rigettato, confermando integralmente la sentenza emessa dal Tribunale di Sciacca. La sentenza è dello scorso 31 luglio scorso. Con la predetta pronuncia la Corte di Appello di Palermo ha condannato il dipendente del Comune di Santa Ninfa alla refusione delle spese di lite in favore del predetto Ente.
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