Sequestrati beni a gioielliere accusato di legami con la criminalità
I militari della Guardia di Finanza di Trapani hanno sottoposto a sequestro anticipato ai fini della confisca beni per un valore di oltre 6 milioni d
I militari della Guardia di Finanza di Trapani hanno sottoposto a sequestro anticipato ai fini della confisca beni per un valore di oltre 6 milioni di euro all'imprenditore Marcello Tumminia, 52 anni, originario di Palermo. Il provvedimento è stato emanato dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Trapani su richiesta della Procura della Repubblica trapanese che ha anche proposto per Tumminia l'applicazione della sorveglianza speciale per i legami che avrebbe con la criminalità organizzata.  Le indagini, coordinate dal Procuratore capo Marcello Viola e dal Sostituto Procuratore Andrea Tarondo, si sono concentrate sull’ingente patrimonio accumulato dall'imprenditore nel decennio 2002-2012, rilevando una considerevole sproporzione tra gli ingenti beni posseduti e i modesti redditi dichiarati. Tumminia è risultato proprietario, direttamente o tramite i propri familiari, di numerosi beni mobili e immobili.  I magistrati hanno evidenziato la «pericolosità sociale» dell’imprenditore a causa delle condotte illecite a lui attribuibili dopo le condanne per i reati di associazione per delinquere, usura, ricettazione, estorsione, favoreggiamento personale, simulazione di reato ed esercizio abusivo di attività finanziaria. Tumminia nel 2010 era stato arrestato nell'ambito dell'operazione "Golden Award" che aveva coinvolto altri noti gioiellieri trapanesi. Secondo le indagini condotte dal Nucleo Tributario della Guardia di Finanza, un locale attiguo alla gioielleria di corso Vittorio Emanuele, a Trapani,  intestata alla moglie dell'imprenditore - sarebbe stato utilizzato per lo svolgimento di summit dell'organizzazione criminale da lui capeggiata. Il sequestro eseguito stamane riguarda, nel dettaglio,  un intero complesso aziendale (società di capitali operante nel settore «gioiellerie ed orologerie» a Trapani e a San Vito Lo Capo), un ingente quantitativo di oggetti preziosi e articoli di gioielleria, otto immobili, due auto e numerosi conti correnti e rapporti bancari intestati a persone fisiche e/o giuridiche.
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