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Sequestrati beni per 1 mln di euro a due nipoti di Matteo Messina Denaro - Trapani Oggi

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Sequestrati beni per 1 mln di euro a due nipoti di Matteo Messina Denaro

06 Dicembre 2013 08:45, di Redazione
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I finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza e i poliziotti della Divisione Anticrimine della Questura di Trapani hanno eseg...

I finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza e i poliziotti della Divisione Anticrimine della Questura di Trapani hanno eseguito a Castelvetrano, Palermo, Roma, Milano, Castelvetrano, Borgetto e Bagheria un sequestro anticipato di beni nei confronti di Francesco e Maria Guttadauro, figli di Rosalia Messina Denaro, sorella del boss latitante Matteo, e di Filippo Guttadauro. Il provvedimento di sequestro è stato emesso dal Tribunale di Trapani su proposta del Questore a conclusione di indagini condotte congiuntamente dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Trapani e dalla Divisione Anticrimine della Questura di Trapani. La richiesta si è fondata sul complesso dei risultati investigativi, acquisiti da vari organi di polizia giudiziaria, riguardanti i titolari del gruppo Niceta di Palermo - che opera nel settore dell'abbigliamento, delle calzature, dei preziosi e della pelletteria – che sono considerati essere dei prestanome di Matteo Messina Denaro. Nello specifico, le indagini hanno portato alla luce il trasferimento fraudolento di utilità economiche operato da Filippo Guttadauro e dai figli Francesco e Maria con la famiglia Niceta per l’attribuzione fittizia di società e relativi punti vendita del centro commerciale "Belicittà" di Castelvetrano e "La Fontana" a Borgetto, in provincia di Palermo. Dalle intercettazioni telefoniche ed ambientali, effettuate anche in un carcere, e dagli accertamenti patrimoniali e bancari, sono stati acquisiti fondati elementi che la società ufficialmente intestata ai Niceta, avesse, invece, come soci occulti i due nipoti di Matteo Messina Denaro,formalmente inquadrati come dipendenti della società in questione. E' emerso, inoltre, che le parti, durante la detenzione di Filippo Guttadauro, arrestato nel 2006, si erano attivate per superare le difficoltà insorte nella realizzazione del progetto: è risultando chiaro, infatti, che Filippo e Maria Guttadauro fossero i mediatori esclusivi nei rapporti tra gli imprenditori palermitani e Giuseppe Grigoli per acquisire, in maniera occulta, la compartecipazione in lucrose iniziative imprenditoriali nel settore della vendita di abbigliamento e preziosi presso grandi centri commerciali. Un progetto, quello dell’apertura dei punti vendita all’interno del centro commerciale "Belicittà" di Castelvetrano, formalmente da parte della sola famiglia Niceta, ma con la partecipazione, nonostante fosse detenuto, di Filippo Guttadauro che, dalle indagini svolte nel corso degli anni è emerso essere pienamente inserito in Cosa nostra. Il cognato del boss latitante è risultato essere parte attiva nella realizzazione degli interessi e delle attività dell'associazione mafiosa: in particolare avrebbe coadiuvato l’attività del capo mafia della provincia di Trapani come suo uomo di fiducia, contribuendo in maniera determinante al mantenimento da parte di quest’ultimo delle funzioni di vertice di Cosa nostra in tutta la provincia. Guttadauro avrebbe anche assicurato un riservato e sicuro scambio di corrispondenza tra Matteo Messina Denaro e Bernardo Provenzano, favorendo anche la loro latitanza e il controllo, da parte dei due, delle attività dell'associazione mafiosa. In questa prima fase sono stati, quindi, sequestrati ai fini della confisca, una società con sede legale e punto vendita presso il centro commerciale "Belicittà" di Castelvetrano e altro punto vendita presso il centro commerciale "La Fontana" di Borgetto, di due autovetture di ingente valore e di quattro conti correnti e rapporti bancari riferibili alla stessa società. Sottoposti a sequestro anche un immobile e undici conti correnti e rapporti bancari variamente intestati ai due fratelli Guttadauro, per un valore complessivo di circa 1 milione di euro.

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