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Sgominata organizzazione dedita allo sfruttamento della prostituzione

15 Luglio 2013 11:27, di Redazione
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Sgominata dai Carabinieri di Marsala un'organizzazione dedita allo sfruttamento della prostituzione. Nella notte di domenica scorsa i militari dellArm...

Sgominata dai Carabinieri di Marsala un'organizzazione dedita allo sfruttamento della prostituzione. Nella notte di domenica scorsa i militari dellArma hanno dato esecuzione a cinque misure cautelari - emesse dal Gip del Tribunale di Marsala - nei confronti di altrettanti soggetti marsalesi, ritenuti responsabili, in concorso, di esercizio di una casa di prostituzione. I soggetti colpiti dalle misure, disposte nell'ambito dell'indagine denominata "Cupido", sono Francesco Bianco, marsalese 70enne, a cui sono stati applicati gli arresti domiciliari; Giovanni Candela, ericino 41enne, a cui sono stati applicati gli arresti domiciliari; Andrea Figuccia , marsalese 59enne, a cui sono stati applicati gli arresti domiciliari; Vincenzo Figuccia, marsalese 29enne, sottoposto all’obbligo di dimora nel comune di residenza; Diego Marino, marsalese 33enne, sottoposto all’obbligo di dimora nel comune di residenza.  L’indagine prende il nome dall’omonimo locale di contrada Berbarello di Marsala dove è stato accertato che era stata organizzata una vera e propria attività di prostituzione, poi sottoposto a sequestro. L’attività degli investigatori era partita dall'incendio appiccato ad un’attività commerciale nel dicembre 2011 che da subito era apparso avere chiare finalità intimidatorie. Ulteriori danneggiamenti erano avvenuti nel febbraio 2012. Gli uomini del Nucleo operativo e radiomobile sono riusciti ad identificare gli autori e i mandanti dei danneggiamenti attraverso servizi di osservazione sul territorio, intercettazioni telefoniche e ambientali e riscontri diretti ottenuti da uno di loro che si è finto cliente del club. E' emersa l'esistenza di una vera e propria organizzazione, con ruoli ben definiti, che dietro l'immagine di un’associazione nascondeva l'esistenza di una vera e propria casa di prostituzione. Francesco Bianco è risultato essere il proprietario dell’immobile, sede del locale notturno, che era stato concesso in locazione a Giovanni Candela in un primo momento in qualità di primo socio delclub e successivamente come legale rappresentante della società cooperativa “Cupido One” creata nell'agosto dello scorso anno. Andrea Figuccia rivestiva, invece, la carica di vice presidente dell’associazione e con la collaborazione del figlio Vincenzo, prima barista e poi vice amministratore dell’associazione, e Diego Marino - socio del club - controllava, dirigeva ed amministrava tutta l’attività di prostituzione che veniva effettuata nel locale. Giovanni Candela, inoltre, aveva il compito di contattare e reclutare le ragazze - per la maggioranza straniere - con lo scopo di favorirne la prostituzione all’interno del locale notturno, acquisendo informazioni relative all’età, caratteristiche fisiche ed impieghi nel settore, illustrando le modalità di pagamento e la loro sistemazione abitativa. In quest’ultimo fattore logistico, Candela veniva coadiuvato soprattutto da Andrea Figuccia: le donne destinate all’attività di prostituzione venivano alloggiate o nelle abitazioni degli stessi componenti dell'organizzazione oppure in appartamenti in affitto o, ancora, in alcuni Bed & Breakfast dislocati a Marsala ed in provincia di Trapani. I componenti del sodalizio criminale trattenevano il 50 per cento dei proventi derivanti dall’attività di prostituzione, quantificabili in 50 euro per ogni prestazione sessuale con una durata di 10 minuti che veniva consumata all’interno dei privè del locale. Il tutto avveniva sotto il controllo e la supervisione di Vincenzo Figuccia e Diego Marino che, oltre a curare gli spostamenti logistici delle ragazze, contabilizzavano il tempo trascorso con il cliente e riscuotevano il dovuto alla cassa. Importanti i guadagni accertati: ad esempio, se in una serata una ragazza guadagnava 160 euro per sette consumazioni e cinque privè, l'incasso per i gestori del locale era di 320 euro. Di questi la metà andava alle ragazze che, per tale motivo, invogliavano in tutti i modi gli uomini ad appartarsi con loro nei privè per aumentare i loro ricavi. Gli investigatori hanno accertato che il locale era molto frequentato: nel corso del controllo di domenica notte, infatti, erano presenti circa venti avventori, intrattenuti da ventuno ragazze, per la maggior parte provenienti dall’Europa dell'Est e nordafricane. Le donne sono state tutte controllate e sottoposte a perquisizione. Anche il locali del night sono stati perquisito. I Carabinieri hanno trovato 0,5 grammi di cocaina, suddividi in due dosi, che sono stati sottoposti a sequestro come è avvenuto per l’intero locale.

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