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Strage di Alcamo Marina, domani si ricorda il 39° anniversario

26 Gennaio 2015 18:39, di Ornella Fulco
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Saranno trentanove, domani, gli anni trascorsi dall'uccisione dell'appuntato Salvatore Falcetta e del carabiniere Carmine Apuzzo avvenuta ad Alcamo Ma...

Saranno trentanove, domani, gli anni trascorsi dall'uccisione dell'appuntato Salvatore Falcetta e del carabiniere Carmine Apuzzo avvenuta ad Alcamo Marina nel 1976.  Alle 11, nella chiesa "Maria Santissima della Stella" di Alcamo Marina, il cappellano militare della Legione Carabinieri “Sicilia”, don Salvatore Falzone, celebrerà la messa in suffragio delle due vittime. Alla fine della cerimonia, a cui prenderanno parte autorità civili e militari locali e provinciali, gli intervenuti si sposteranno a piedi fino alle stele commemorativa che sorge al chilometro 44,5 della strada statale 187 - nel tratto che attraversa la località balneare - per la deposizione delle corone di alloro del Comando provinciale dei Carabinieri di Trapani e dell’amministrazione comunale di Alcamo. I due militari furono crivellati di colpi mentre dormivano all'interno della casermetta della località balneare alcamese. Fu una pattuglia della Polizia, che scortava il segretario del Msi Giorgio Almirante di passaggio sulla statale 187 il mattino dopo, ad accorgersi dell'accaduto e a dare l'allarme. Del duplice omicidio furono accusati tre giovani, due ripararono all'estero prima della condanna definitiva, il terzo, Giuseppe Gulotta, fu condannato all'ergastolo così come il partinicese Giovanni Mandalà che, secondo l'accusa,  aveva aperto con la fiamma ossidrica la porta della casermetta e poi custodito le armi e le divise sottratte ai carabinieri uccisi. Si scoprì in seguito - grazie alle dichiarazioni rese dall'ex brigadiere dei Carabinieri Renato Olino al periodico trapanese "Quarto potere" - che le confessioni dei tre erano state estorte con l'uso di torture dai militari che indagavano sull'accaduto. Il 26 gennaio del 2012 si arrivò alla conclusione del processo di revisione che portò alla liberazione, dopo ben 36 anni di carcere, di Giuseppe Gulotta. Anche Mandalà fu assolto ma era già morto, per cause naturali, in carcere.

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