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Sviluppo turistico, servono governance e certezze

11 Marzo 2016 11:26, di Niki Mazzara
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"Fino a tre anni fa i voli Ryanair sull'aeroporto 'Florio' di Birgi erano per il 60% nazionali e per il 40% internazionali. Nel 2015 i nazionali sono ...

"Fino a tre anni fa i voli Ryanair sull'aeroporto 'Florio' di Birgi erano per il 60% nazionali e per il 40% internazionali. Nel 2015 i nazionali sono l’80%”. Lo ha sottolineato ieri, nel corso del convegno "Turisti per cosa" organizzato da Confindustria e Trapani Welcome, Franco Giudice. Il presidente di Airgest ha confermato i contatti con Ryanair per pianificare il futuro dello scalo in vista della scadenza, il prossimo mese di aprile, del contratto di co-marketing. "Abbiamo avviato - ha detto - un confronto con la compagnia per capire se e a quali condizioni intende restare e stiamo lavorando per incrementare il traffico internazionale". Giudice ha confermato che l'obiettivo è di “allungare di almeno altri tre anni il contratto di co-marketing e di negoziare la 'qualità' del turista che arriva all’aeroporto di Birgi”. Sulle perdite nel bilancio 2015 il presidente di Airgest ha spiegato che queste non sono legate alla gestione complessiva dell’aeroporto ma a "ciò che investe in pubblicità che serve poi per produrre indirettamente reddito per il territorio”. Confermata la volontà, da parte della Regione, di cedere le sue quote ma solo dopo una valorizzazione dello scalo trapanese – così come degli altri aeroporti che saranno privatizzati – condizione indispensabile per risultare "appetibili" sul mercato. Resta da sciogliere il nodo del 20% delle azioni dato che è, comunque, previsto dalla legge il permanere di una quota pubblica. Le azioni potrebbero rimanere alla Regione, al momento azionista di maggioranza del "Florio", oppure essere acquisite dal Distretto Turistico della Sicilia Occidentale o, ancora, si pensa ad una presenza diretta dei Comuni e si guarda al Libero Consorzio Comunale. Da parte sua il presidente di Confindustria, Gregory Bongiorno, ha sottolineato che “la non presenza della Regione si è fatta sentire. E’ stato necessario far passare otto mesi per avere il nuovo vertice Airgest. Senza un chiarimento da parte della Regione - ha proseguito - è difficile programmare il futuro dello scalo". Secondo il presidente di Confindustria Trapani "in primo luogo il chiarimento va fatto su quel 20% che rimarrà in mano pubblica: dobbiamo capire se i Comuni possono diventare soci. Dobbiamo, soprattutto, verificare come andrà a finire con Ryanair. Se il contratto non verrà rinnovato la Regione non avrà cosa vendere". Di "azionariato diffuso" ha parlato il deputato regionale Girolamo Fazio secondo cui “l'Airgest non ha la forza di gestire da sola l’aeroporto di Birgi. Prima interveniva la Provincia, poi la sua improvvida abolizione ha aperto una fase di crisi che è stata superata con la presenza della Regione che, piaccia o non piaccia, ha permesso allo scalo trapanese di andare avanti". Il parlamentare regionale ha puntato il dito sui mancati aiuti da parte del governo regionale concessi, invece, in altre parti della Sicilia. "Lì hanno avuto risorse aggiuntive con leggi speciali, come per Noto e Siracusa. Mi chiedo cosa abbia in meno Erice che, invece, è sempre stata esclusa. Il territorio trapanese deve dare una risposta sul futuro di Birgi. Se crede nelle potenzialità dell’aeroporto ha il dovere di scommetterci su”. Secondo Fazio una soluzione può essere "l’azionariato diffuso in grado di coinvolgere gli imprenditori del territorio”. Per Paolo Salerno, presidente dell'associazione Trapani Welcome, l'attività turistica nel territorio trapanese non ha ancora una "regia" adeguata. "Non c’è ancora una governance del turismo - ha sottolineato - e mi auguro che possa fare qualcosa il Distretto Turistico della Sicilia Occidentale, anche se la Regione pensa già a cambiarli. C’è però da dire che ancora non sono entrati a regime”. Salerno ha poi sottolineato che “il turista vuole servizi e finora ognuno si è attrezzato da sé. Il brand Sicilia è facile da vendere ma bisogna creare le condizioni per l’arrivo dei turisti. Penso, ad esempio, ad un numero verde per dare informazioni. Non è possibile, faccio un solo caso, che un Comune come San Vito Lo Capo, con 6.798 posti letto, non abbia un numero verde per poter coordinare le presenze e dare le giuste informazioni”. Altra criticità del sistema, secondo Salerno, è la disponibilità di strutture per l'ospitalità adeguate: “Se porto a Trapani un pullman con 50 persone ho difficoltà a trovare una struttura ricettiva se non prenoto almeno un anno prima. Ritengo che sia arrivato il momento d’istituire un osservatorio sul turismo che possa fornire tutti i dati necessari a mettere in campo un progetto strategico di gestione della nostra offerta turistica”. “Da poco abbiamo un sito internet che ci consente di essere un nuovo canale di comunicazione - ha detto il presidente del Distretto Turistico Sicilia Occidentale e sindaco di Favignana Giuseppe Pagoto - siamo protagonisti alla Fiera di Berlino e parteciperemo a quelle di Londra e di Rimini. Dal 14 al 18 aprile ospiteremo un gruppo di giornalisti specializzati che potranno conoscere il nostro territorio. Stiamo lavorando anche ad un incontro con tour operator". Secondo Pagoto è necessario puntare su soluzioni come le "summer school" collegate ai Musei, le convention organizzate da grandi aziende, il turismo congressuale, l'incremento delle navi da crociera per alimentare le presenze turistiche nel Trapanese prendendo esempio da altre zone della Sicilia, in particolare quella orientale. "Il Distretto - ha detto - può contare su 17 Comuni della provincia, sui sindacati, sulle associazioni e sugli operatori del settore. La nostra filosofia è quella di ascoltare tutti e di fare sintesi ma anche di decidere perché se non si assumono le decisioni si finisce per subire quelle degli altri”.

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