Talpe in Procura a Palermo
Arrestati due investigatori coinvolti nelle indagini su Matteo Messina Denaro
Sono accusati di aver favorito il superlatitante Matteo Messina Denaro e nella mattinata odierna, su disposizione della procura di Palermo, sono stati arrestati due investigatori, il tenente colonnello dei Carabinieri Marco Zappalà , in servizio alla Direzione investigativa antimafia di Caltanissetta, e Giuseppe Barcellona, appuntato dell'Arma assegnato alla Compagnia di Castelvetrano.
Oltre ai due, manette ai polsi anche per l’ex sindaco di Castelvetrano, Antonio Vaccarino, già condannato per traffico di droga, successivamente diventato un confidente dei servizi segreti. Secondo l’accusa Zappalà , avrebbe fotografato i verbali di alcune intercettazioni telefoniche miranti ad individuare il luogo dove si nasconde Matteo Messina Denaro a Barcellona che poi l’avrebbe girata a Vaccarino.
Questi, a sua volta, avrebbe fatto avere la foto al titolare  di una impresa funebre di Castelvetrano, ritenuto viicino al boss latitante, Vincenzo Santangelo. Accuse pesanti che scaturiscono dia risultati di indagini effettuate dai carabinieri del Ros e che hanno convinto il procuratore capo di Palermo Francesco Lo Voi e l’aggiunto Paolo Guido a contestare  le accuse di rivelazione di notizie riservate e accesso abusivo a un sistema informatico.
Per Vaccarino invece le accuse sono di  favoreggiamento aggravato, dall'aver favorito l'organizzazione mafiosa, ricostruzione che il  giudice delle indagini preliminari Piergiorgio Morosini, che ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare, ha ritenuto attendibili accogliendo la ricostruzione dei sostituti procuratori Pierangelo Padova e Francesca Dessì. La domanda a questo punto è da quanto tempo e quali sono le informazioni riservate sull’indagine Messina Denaro già filtrate e anche se la scelta dei due Carabinieri sia individuale o invece dietro di loro, atteso il ruolo di collaboratore dei servizi segreti di Vaccarino, possa esserci altro?
I due esponenti dell’Arma sono due personaggi di primo piano, ritenuti da tutti come investigatori affidabilissimi, il primo si era  occupato delle indagini sulle stragi Falcone e Borsellino, il secondo seguiva  alcune delicate intercettazioni disposte dalla procura di Palermo, proprio una di queste è stata svelata in tempo reale ai clan. A complicare il quadro, la figura dell’ex sindaco Vaccarino, ingaggiato dal Sisde nel periodo in cui i servizi erano diretti dal generale Mario Mori. Resta da chiarire se la sua attività fosse affidabile o se invece fosse un doppiogiochista.
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