Teatro Libero: " Elegia per Giovanni Falcone e Paolo Borsellino".
In scena dal 5 al 7 maggio.
Lo spettacolo teatrale " Nel tempo che ci resta, Elegia per Giovanni Falcone e Paolo Borsellino chiude la 54esima stagione del Teatro Libero di Palermo. Scritto e diretto da César Brie, la produzione è del Campo Teatrale e del Teatro dell'Elfo-Milano e sarà in scena dal 5 al 7 maggio alle 21.15.
La vicenda si svolge a Villagrazia in un cantiere abbandonato dove un uomo fa rotolare per terra delle arance. In mezzo alle lamiere appaiono quattro figure che il profumo dei frutti tipici della Sicilia ha tolto dalle ombre. Si chiedono dove si trovano. Riconosciamo le anime di Giovanni Falcone e di Francesca Morvillo, di Paolo Borsellino e Agnese Piraino Leto.
L'uomo che ha lanciato le arance altro non è che Tommaso Buscetta, il pentito di mafia dalle cui rivelazioni di fatto partì il maxi processo grazie al quale 'entrammo dentro' Cosa Nostra per comprendere cos'era ( anche se a dire il vero fin dalla storia di Bernardino Verro, il primo sindaco socialista eletto a Corleone, ai primi del '900 , si potevano comprendere molti aspetti di quella che tanto tempo dopo verrà battezzata 'Cosa Nostra' , ovvero che era molto semplicemente un'organizzazione criminale, rigidamente verticistica, con dei capi e gregari, anche se inizialmente si tentò di negarlo). Nel secondo grado di giudizio praticamente le pene per quasi tutti i mafiosi vennero dimezzate, per gli amanti della storia basta leggere l'editoriale di Nando Dalla Chiesa pubblicato su " L'Ora" a conclusione della sentenza d'Appello che fortunatamente venne sconfessata dalla Cassazione per capire che almeno all'inizio la mafia aveva vinto e quel che è peggio dentro un'aula di un 'Tribunale' dove - come avrebbe detto Cicerone - tutti quanti bisognerebbe che si fosse 'schiavi' della Legge). Le anime di queste persone si raccontano in questo cantiere abbandonato, tra resti di macerie e lo sfondo del mare, per raccontarsi e raccontarci cosa è successo prima e cosa invece è accaduto dopo.
I morti avevano visto e previsto tutto, anche la cattiveria e il tradimento. La lotta alla criminalità di stampo mafioso, le numerose vittime, i tradimenti, i pensieri, le vicende personali e pubbliche, la trattativa, l'isolamento e i ragionamenti menzogneri tesi a screditare chi in nome del bene ha combattuto; il senso del dovere e l'amore si intrecciano in questa ricostruzione di ciò che è successo e di ciò che continuerà ad accadere.
In tal modo i morti ricompongono la mappa devastata di un paese che amavano ma che non accettavano e proprio perchè per questo paese nutrivano profondo amore e non lo accettavano, cercavano di cambiarlo. Ed è l'amore che viene fuori da questa scena, malconcio, pieno di polvere e detriti.
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