Tra arte e tecnologia: riaperta oggi la chiesa di San Domenico
Un sistema di telecamere, una postazione pc, un joystick per manovrare gli "occhi" mobili tecnologici sugli stucchi e le statue del Ferraro e ammirarl...
Un sistema di telecamere, una postazione pc, un joystick per manovrare gli "occhi" mobili tecnologici sugli stucchi e le statue del Ferraro e ammirarli da vicino, scoprendone particolari e rifiniture. Arte e tecnologia vanno a braccetto nella chiesa di San Domenico a Castelvetrano, riaperta al pubblico stamane dopo 46 anni di chiusura per i danni riportati nel terremoto del 1968. La cerimonia, alla presenza del sindaco Felice Errante, del Prefetto di Trapani, Leopoldo Falco, del vescovo, monsignor Domenico Mogavero, e dell’assessore regionale all’Identità siciliana Mariarita Sgarlata, si è conclusa con l’apertura al pubblico dell’area presbiterale e della cappella del coro dove sono tornati a risplendere gli stucchi di Antonino Ferraro. Proprio in quest’occasione è stato presentato al pubblico il sistema di telecamere che consentirà di scoprire tutti i particolari degli stucchi: le telecamere potranno, tramite uno zoom ad alta definizione, mettere a fuoco i particolari delle statue e de “L’albero di Jesse”, la maggiore espressione artistico-monumentale del Ferraro. "Questo sistema vuole coinvolgere soprattutto i ragazzi nella scoperta delle magnifiche opere d’arte conservate in questa chiesa – ha detto l’architetto Gaspare Bianco, direttore dei lavori – e questo sarà il punto di partenza per la realizzazione di una banca dati multimediale che contenga anche le fasi del restauro, consultabile direttamente dalla consolle installata dietro l’altare". Le telecamere saranno utilizzato anche come sistema di videosorveglianza. La seconda fase del progetto riguarda, invece, l’attivazione di un’applicazione che consentirà di vedere le immagini trasmesse dalle telecamere direttamente sui dispositivi mobili, smartphone e tablet. "La fruizione diffusa di questo monumento spero possa favorire una svolta di stile, capace di ridare serenità e gioia al cuore, facendo da contrappeso alle tante sollecitazioni negative a cui la cappa di una crisi interminabile ci espone", ha detto il Vescovo monsignor Domenico Mogavero che ha anche espresso l'augurio che la riapertura della chiesa di San Domenico "faccia nascere nel cuore un anelito di speranza, riflesso della bellezza che riempie e trasfigura la vita". "Il nostro impegno - ha detto invece il Prefetto Falco - è quello di restituire alla fruizione delle comunità locali i 44 beni del Fondo edilizia di culto della provincia di Trapani. Sono risorse incredibili che non possono rimanere in ombra". Soddisfatto anche il sindaco Errante: "La città oggi riconquista un pezzo di storia dove intere generazioni non erano mai entrate. La magnificenza e bellezza di questo luogo fa da contraltare e vince sulle macchie che, altri fatti di cronaca, hanno segnato e segnano in negativo la nostra città ". Con la riapertura della chiesa di San Domenico sono tornate al loro posto originario le tele che erano state trasferite sul finire degli anni Sessanta, prima fra tutte la copia su tavola della "Caduta sulla via del Calvario" di Raffaello, realizzata da Giovan Paolo Fondulli. L’originale fu dipinto da Raffaello per la chiesa di Santa Maria dello Spasimo e, successivamente, venduta a Filippo IV di Spagna. L'opera attualmente è esposta al museo del Prado di Madrid. Sotto la copia sistemata nella chiesa a Castelvetrano si trova il monumento sepolcrale in marmo di Ferdinando d’Aragona Tagliavia morto nel 1549. Tra le opere che ora si possono ammirare nella chiesa c'è anche il dipinto su tavola rappresentante la "Circoncisione di Gesù", del 1580, ospitato in una magnifica cornice di legno dorato e dipinto. Sempre del Fondulli, in fondo alla navata di destra, è stato collocato il dipinto raffigurante la "Sacra Famiglia e santi" del 1573, proveniente dal palazzo vescovile di Mazara del Vallo.
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