Tunisini tentano di fuggire: incendi e danneggiamenti all'hotspot di Milo
Fiamme e danneggiamenti, ieri pomeriggio, all'hotspot di Milo dove sono attualmente trattenuti circa 60 cittadini tunisini giunti, nell'ultimo periodo...
Fiamme e danneggiamenti, ieri pomeriggio, all'hotspot di Milo dove sono attualmente trattenuti circa 60 cittadini tunisini giunti, nell'ultimo periodo, a Trapani. Gli ospiti hanno atteso le 19, orario in cui avviene la distribuzione dei pasti all'interno della struttura, per scatenare un tentativo di fuga. A differenza degli altri migranti, infatti, i Tunisini, qualora non siano nelle condizioni di presentare richiesta di asilo, vengono trattenuti nella struttura in attesa di essere rimpatriati, come previsto dagli accordi tra Italia e Tunisia. Gli uomini del Reparto Mobile di Palermo della Polizia di Stato, una ventina, hanno fronteggiato la rivolta - durante la quale sono state appiccate le fiamme a materassi e lenzuola all'interno ma soprattutto all'esterno del padiglione e danneggiati infissi e suppellettili - impedendo che gli extracomunitari riuscissero a guadagnare la fuga. Alcuni agenti sono rimasti feriti e hanno dovuto ricorrere alle cure dei sanitari. Per loro la prognosi è stata di otto giorni. Analoghi episodi si erano verificati, nel dicembre scorso e nel mese di gennaio, rispettivamente nei centri di Caltanissetta e Lampedusa, sempre ad opera di cittadini tunisini giunti illegalmente sul territorio e che non vogliono essere rimpatriati. Una situazione, quella dell'hotspot di Milo, che rischia di diventare esplosiva dato che la struttura, trasformata da Cie a centro dove effettuare celermente ed efficacemente l'identificazione dei migranti prima del loro trasferimento nei centri di accoglienza, si trova a dover funzionare di fatto, anche se in parte, in "modalità Cie" senza più averne gli specifici requisiti strutturali e di sicurezza. Prima che fosse riconvertita, infatti, si parlava - a fronte dei ripetuti tentativi di fuga dei migranti che vi erano trattenuti - della necessità di lavori di riqualificazione per migliorarne la sicurezza. "Pare che aggredire le forze di polizia e bruciare i centri sia ormai prassi consolidata da parte degli ospiti extracomunitari - commenta Antonino Piritore, Segretario generale dell'Ugl Polizia di Palermo - una situazione ormai insostenibile. Siamo stanchi di assistere e subire queste forme di guerriglia che vedono sempre più le forze di polizia come il bersaglio principale. Chiediamo maggiore attenzione alle Istituzioni". [metaslider id="120046"]
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