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Turista morto nel B&B, per gli indagati l'accusa è di omicidio colposo [VIDEO] - Trapani Oggi

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Turista morto nel B&B, per gli indagati l'accusa è di omicidio colposo [VIDEO]

17 Gennaio 2017 07:02, di Ornella Fulco
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Sono accusati di omicidio colposo e lesioni gravissime i quattro indagati nell'ambito dell'inchiesta sulla morte del 42enne turista toscano Fabio Macc...

Sono accusati di omicidio colposo e lesioni gravissime i quattro indagati nell'ambito dell'inchiesta sulla morte del 42enne turista toscano Fabio Maccheroni avvenuta lo scorso 16 agosto nel bed&breakfast “Orchidea”, in via Della Luce, nel centro storico di Trapani, a poca distanza dal porto. I Carabinieri hanno notificato ieri gli avvisi di conclusione delle indagini emessi dalla Procura della Repubblica di Trapani nei confronti dei quattro. Aggiornamento ore 11.30 Si tratta della 64enne Benedetta Serafico, titolare del B&B, Bartolomeo Altese, 36enne gestore del panificio al piano terra dello stabile dove era attiva la struttura ricettiva, e dei genitori della donna, Antonino Serafico, 92 anni, e Tuzza Augugliaro, 77 anni, proprietari dell'immobile. Fabio Maccheroni venne rinvenuto agonizzante all'interno della camera che divideva con un amico, il 36enne Alessio Menicucci, che al momento dei soccorsi versava in gravissime condizioni. L'uomo, dopo un periodo in coma, ha riportato danni cerebrali permanenti. I due turisti vennero trovati da Benedetta Serafico, insospettita dalla circostanza che gli ospiti non si fossero presentati a colazione. La donna, avendo compreso la gravità della situazione, chiese l'intervento del 118. I sanitari giunti sul posto trasportarono in ospedale Menicucci mentre per Maccheroni non poterono far altro che constatare il decesso. L’autopsia sul suo corpo ha consentito di accertare come causa della morte l’inalazione di monossido di carbonio, penetrato nella stanza a causa delle anomalie, riscontrate in sede di accertamenti tecnici, della canna fumaria del panificio.  La percentuale del gas letale riscontrata nel suo sangue era del 75%  e, come ha sottolineato la sostituto procuratore Rossana Penna, titolare delle indagini, anche il cuore e il cervello presentavano tutti i segni caratteristici dell'avvelenamento da questo tipo di sostanza. I rilievi effettuati dai periti Barcellona, dell'Istituto politecnico dell'Università di Palermo, e D'Agostino, del CNR, hanno mostrato come nella canna fumaria in amianto vi fossero delle ostruzioni e delle micro fissurazioni, quest'ultime riscontrate anche nel caverio che la rivestiva, attraverso le quali il monossido di carbonio fuoriusciva e entrava nelle camere del 2° e del 3° piano dell'immobile utilizzate dalla proprietaria per alloggiare turisti nonostante il B&B avesse sede solo al 1° piano dello stabile. Le indagini hanno fatto emergere le responsabilità, a vario titolo, a carico dei quattro indagati che, secondo la ricostruzione della Procura, erano tutti a conoscenza dell’irregolarità della canna fumaria del forno e del suo anomalo funzionamento. "Questa vicenda - hanno sottolineato il sostituto procuratore aggiunto Ambrogio Cartosio e la sostituto Rossana Penna - mette in evidenza la necessità di controlli più accurati sia sulle strutture ricettive sia sulle possibili fonti di inquinamento ambientale che possono mettere in pericolo l'incolumità e la salute delle persone. Troppo spesso - hanno aggiunto - le autorizzazioni vengono rilasciate fidando solo sulle documentazioni prodotte, senza verifiche sui luoghi".

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