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"U jocu sconza u jocu", tavola rotonda alla Prefettura sul gioco patologico

03 Dicembre 2015 17:23, di Ornella Fulco
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Sala di rappresentanza gremita, stamane, alla Prefettura per la tavola rotonda "U joucu sconza u jocu", iniziativa voluta dal prefetto Leopoldo Falco ...

Sala di rappresentanza gremita, stamane, alla Prefettura per la tavola rotonda "U joucu sconza u jocu", iniziativa voluta dal prefetto Leopoldo Falco per fare il punto, nel territorio provinciale, sugli interventi a contrasto del gioco d'azzardo patologico. Tema sul quale, proprio in Prefettura, è attivo un tavolo tecnico. Una realtà, quella del cosiddetto "GAP", ancora troppo misconosciuta tra i cittadini, le cui dimensioni, però, assumono aspetti sempre più preoccupanti sui quali è necessario intervenire nell'ottica della "rete". "Da prefetto di Trapani  - ha detto Falco - ornai so bene quanto lo straordinario mondo del volontariato possa avere un impatto decisivo sulle emergenze sociali e di come le Istituzioni, lavorando in sinergia e dando il crisma dell'ufficialità all'azione della parte sana della società, possano conseguire risultati straordinari". La dimensione economica del gioco d'azzardo patologico, nel territorio trapanese, rappresenta - come hanno sottolineato tutti i relatori presenti all'incontro, tra cui don Armando Zappolini , portavoce della campagna nazionale "Mettiamoci in gioco" che raggruppa 32 sigle tra associazioni e sindacati - rappresenta una problematica ad altissimo rischio. "Si tratta di un fenomeno - ha spiegato Cristina Giambalvo dell'Asp di Trapani - trasversale a tutte le fasce di età e a tutte le categorie sociali. Particolarmente a rischio, però, sono gli adolescenti e preadolescenti e gli anziani". "Ai nostri centri - ha detto il dottore Guido Faillace, direttore del Coordinamento SerT dell'Asp di Trapani e componente del tavolo tecnico regionale permanente della Sicilia - arriva gente disperata, sull'orlo del suicidio, gente che si è giocata tutto e che ha bisogno di aiuto. Ancora, però, mancano molti gli strumenti necessari come, ad esempio, il riconoscimento della patologia a presupposto dell'esenzione dal ticket". Faillace ha anche evidenziato come, sempre più spesso, il gioco patologico si affianchi ad altri tipi di dipendenze, come quella dall'alcool o dagli stupefacenti. "Dalle indagini tra i più giovani - ha detto - emergono dati terrificanti, in Italia siamo al primo posto per consumo di cannabinoidi e al quarto posto per consumo di cocaina in Europa". Il responsabile del Coordinamento dei SerT ha puntato il dito contro l'inerzia del governo nazionale che, tra l'altro, non ha ancora sbloccato i 50 milioni di euro destinati alle regioni per interventi sul fenomeno. Attualmente i SerT dell'Azienda sanitaria trapanese forniscono assistenza ai giocatori e alle famiglie, svolgono campagne di prevenzione nelle scuole e anche presso parrocchie e associazioni giovanili. Si sta anche lavorando ad una Ricerca-Azione in collaborazione con l'Università di Pavia. La provincia di Trapani, tutto sommato, ha attivato una rete di sostegno a queste persone in difficoltà che, dagli stessi esperti, viene valutata una realtà positiva nel panorama dell'Isola ma che resta invece, come il resto del Paese, ancora indietro per quanto riguarda aspetti normativi come la regolamentazione delle sale da gioco. In questo senso l'associazione di tutela dei cittadini Co.di.ci.,  ha da qualche tempo, in collaborazione con il responsabile regionale della campagna "Mettiamoci in gioco" Gino Gandolfo, attivato nella propria sede uno sportello a cui i "giocatori patologici" possono rivolgersi per ottenere sostegno e assistenza nel percorso di liberazione dalla dipendenza. Nell'ottica di colmare il vuoto normativo, l'associazione guidata a livello provinciale dall'avvocato Vincenzo Maltese si è mossa con la recente presentazione all'Ars, in collaborazione con il deputato trapanese Girolamo Fazio - presente stamane alla tavola rotonda - di un disegno di legge che attribuisce ai sindaci poteri autorizzativi e di controllo sulle sale gioco. Nel ddl, inoltre, è previsto l'obbligo per i Comuni di dotarsi di appositi regolamenti riguardanti orari di apertura e chiusura, i limiti di prossimità con "luoghi sensibili" come le scuole, i luoghi di culto, le strutture sanitarie, gli impianti sportivi, le caserme, i centri per anziani, di stabilire controlli e sanzioni. Nel disegno di legge sono previsti anche interventi a tutela dei soggetti a rischio o già dipendenti dal gioco d'azzardo patologico, assegnando ai Comuni anche il compito di istituire numeri verdi, centri di ascolto, convenzioni con associazioni aderenti alle campagne contro il "GAP", di attivare tavoli tecnici con finalità di tutela delle vittime del gioco d'azzardo patologico, di programmare con le scuole attività di prevenzione e sensibilizzazione, di raccogliere i dati sul fenomeno relativi ai loro territori. Proprio in tema con le attività di sensibilizzazione, nel corso della tavola rotonda è stato presentato il film "Il gioco è fatto?" del regista Francesco Russo, che racconta una storia vissuta, ambientata in Sicilia. Il film, segnalato come materiale didattico di valenza sociale, viene proiettato nelle scuole, nei centri sociali, presso associazioni e parrocchie, in tutti i luoghi, insomma, dove è possibile raggiungere, in maniera immediata - come il cinema sa fare - la gente. "Dalla collaborazione con l'Asp di Trapani è nata l'idea di lavorare ad un nuovo film - ha spiegato Russo - costruito con l'ausilio di punti di vista di esperti delle dipendenze patologiche". Il progetto, che mira a raccontare le fragilità dei giovani e la loro possibile evoluzione verso una crescita sana, è in fase di realizzazione. Tra le proposte venute fuori dall'incontro di Prefettura ci sono la realizzazione di una campagna informativa contro il gioco e la creazione di sempre maggiori occasioni di confronto sul tema tra i vari soggetti coinvolti con un gruppo di lavoro integrato tra forze dell'ordine, associazioni, Asp, mondo della Scuola e altre Istituzioni.

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