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Utilizzazione docenti Scuola primaria, accolto nuovo ricorso della Uil

25 Gennaio 2016 14:30, di Niki Mazzara
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Le tesi sostenute dalla Uil Scuola Trapani riguardanti le procedure di utilizzazione svolte dall’Ufficio scolastico territoriale di Trapani per la Scu...

Le tesi sostenute dalla Uil Scuola Trapani riguardanti le procedure di utilizzazione svolte dall’Ufficio scolastico territoriale di Trapani per la Scuola primaria trovano nuova conferma in sede giudiziaria. Dopo la sentenza favorevole dello scorso 8 gennaio, il Tribunale di Marsala ha accolto il ricorso, anche questa volta promosso dalla Uil Scuola di Trapani, che mirava ad accertare in via d’urgenza l’illegittimità delle procedure di utilizzazione attuate dall’UST di Trapani - reparto Scuola primaria - per violazione delle disposizioni imposte dal Contratto nazionale di lavoro del 13 maggio 2015. “Si tratta – afferma il segretario generale della Uil Scuola Trapani Giuseppe Termini – di una ulteriore conferma delle tesi da noi sostenute che provoca uno 'tsunami' nella già traballante procedura di mobilità annuale dei docenti di Scuola primaria relativa all’anno scolastico 2015/16. Nello specifico, si evidenzia come l’UST di Trapani, con il suo modus operandi, abbia travisato le norme contrattuali: nell’applicare la sequenza operativa di cui all’allegato 3 del CCNI, infatti, avrebbe dovuto tener conto delle preferenze espresse, provvedendo ad assegnarle secondo l’ordine della graduatoria e non già procedendo a ritroso, come invece ha fatto, e finendo, in tal modo, per privilegiare chi era posposto in graduatoria”. Termini sottolinea la necessità di "garantire il criterio meritocratico che costituisce la premessa sistematica e metodologica di tutto il sistema del funzionamento delle graduatorie e che viene enunciato all’articolo 5 comma 1 del Contratto nazionale. Ci si augura - conclude - che, nel porre in essere tutti i necessari provvedimenti, i nostri iscritti non debbano subire una ulteriore mortificazione della loro professionalità venendo utilizzati impropriamente nelle loro legittime sedi”.

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