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Castelvetrano | Cronaca

Vaccarino e l'ultima lettera di minacce di "Alessio" alias Matteo Messina Denaro

24 Marzo 2023 08:28, di Laura Spanò
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La moglie ora vuole fugare ogni dubbio su quel carteggio epistolare e ingaggia una criminologa

"Le rammento che è stato lei a cercarmi, per diverse vie e per diversi anni, come a dirle che il suo era un piano preordinato, ciò aggrava la sua posizione. Se non ricordo male lei era quello che mi esortava con l'imperativo paterno a temere i greci, e nel mentre il greco era lei. se ha ancora un barlume di senno si dovrebbe vergognare. Comunque non era Ulisse, ma un greco qualunque, così come io non sono Priamo, nel senso che lei non avrebbe mai avuto la possibilità tra le mie mura, io invece posso disturbare le sue mura".

E' il duro incipit, dell'ultima lettera scritta dall'allora latitante Matteo Messina Denaro all'ex sindaco di Castelvetrano Tonino Vaccarino. L'ultima, di quella corrispondenza epistolare che i due avevano instaurato a partire dal 2004 come "Svetonio" alias di Vaccarino e "Alessio" alias di Matteo Messina Denaro.

L'allora latitante aveva appena scoperto che Svetonio ovvero l'ex sindaco Vaccarino finito poi indagato dalla DDA, dopo il ritrovamento di alcuni pizzini nel covo di Provenzano, era stato assoldato dal Sisde del Generale Mario Mori per stanarlo. Messina Denaro è molto arrabbiato per quanto era accaduto e da li a poco gli avrebbe inviato quest'ultima lettera dove non si è risparmiato in minacce.

Ecco l'ultima parte di quella lettera di minacce scritta da Matteo Messina Denaro

"...Le assicuro, con assoluta certezza che lei riceverà questa mia risposta fosse anche l'ultima cosa che farò nella mia vita. Non ha neanche da sperare in una mia prematura scomparsa o nel mio arresto, perchè qualora accadesse una di queste ipotesi, per lei nulla cambierebbe, in quanto la sua illustre persona fa già parte del mio testamento, ed in mia mancanza verrà sempre qualcuno a riscuotere il credito che ha nei miei confronti. Comunque vada, lei o chi per lei pagherà questa cambiale che ha forsennatamente firmato. Lei è un essere snaturato che non ha voluto bene neanche alla sua famiglia. Si vergogni di esistere. firmato M.Messina Denaro"...

Fugare ogni dubbio a proposito della famosa corrispondenza epistolare che l'ex sindaco di Castelvetrano Tonino Vaccarino ebbe con Matteo Messina Denaro. Ora la moglie dell'ex sindaco, deceduto nel 2021, si è affidata alla criminalista Katia Sartori esperta in scienze forensi e criminologia investigativa, per confermare che quelle lettere erano realmente scritte da Messina Denaro.

Una corrispondenza iniziata nel 2004 e che: “nel tempo ha dato adito a più illazioni e congetture” - dicono gli avvocati Baldassare Lauria e Giovanna Angelo. Le illazioni e le congetture su Vaccarino - secondo gli avvocati - riguardano i dubbi che a scrivergli non fosse il latitante. Perplessità avallate anche da una perizia calligrafica che “rappresentando al pubblico una versione dei fatti falsa, adombra l’immagine dell’allora nostro assistito e l’operato degli ufficiali ai vertici del Sisde”.  "Dopo l’arresto di Provenzano, nel suo covo vennero trovati diversi pizzini di Matteo Messina Denaro, nei quali si faceva riferimento ad Antonio Vaccarino, che proprio a seguito di tale rinvenimento venne inizialmente indagato, fin quando il Sisde, che aveva già comunicato alla Procura di Palermo di avere avviato un’operazione tramite un infiltrato, non intervenne dichiarandone l’identità. Vaccarino venne dunque scagionato dalle accuse che pertanto vennero archiviate”.

I legali non hanno dubbi: il carteggio è autentico.

Così come fu confermato dal Generale Mario Mori, nell'udienza del 16 aprile 2020 rispondendo al presidente del tribunale di Marsala nel processo a carico di Vaccarino. Mori ebbe a rispondere: “C'è anche da dire che un'ultima lettera arrivò a Vaccarino da parte di Matteo Messina Denaro che lamentava quanto era successo e praticamente faceva delle minacce nei confronti del signor Vaccarino. Se la collaborazione con il signor Vaccarino non fosse stata esplicitata così pubblicamente e fosse rimasta riservata, forse lo SCO o altra polizia giudiziaria avrebbe continuato a sfruttare la collaborazione di Vaccarino e giungere a migliori risultati”.

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