Vendemmia 2015, la Uimec chiede prezzi minimi per le uve
I lavoratori del comparto vitivinicolo potrebbero proclamare lo stato di agitazione se i prezzi delle uve del Trapanese dovessero subire ribassi ingiu...
I lavoratori del comparto vitivinicolo potrebbero proclamare lo stato di agitazione se i prezzi delle uve del Trapanese dovessero subire ribassi ingiustificati. Lo preannuncia il segretario provinciale della Uimec-Copagri Trapani Giuseppe Aleo che afferma: "“E’ necessario stabilire un prezzo di orientamento minimo per le uve trapanesi dato che, molte cantine sociali e private, nonché gli industriali, rispetto alla passata vendemmia hanno prodotto un fatturato superiore del 10 per cento. Non si deve giocare al ribasso. Il fatto che ogni anno, sistematicamente - prosegue Aleo - si arrivi a penalizzare i vitivinicoltori è il risultato di una mancata programmazione e dell’assenza di regole di mercato equilibrate. Le speculazioni sono sempre a danno dei vitivinicoltori e a vantaggio di pochi”. Quest’anno in Sicilia si è registrato un aumento della produzioni del 5 per cento dopo la riduzione produttiva, di oltre il 30 per cento, degli anni passati causata da avversità climatiche e dalla riduzione delle superfici coltivate. “Solo un prezzo di orientamento minimo delle uve – spiega il segretario provinciale della Uimec-Copagri - raggiunto con un accordo interprofessionale potrà garantire i veri attori della produzione agricola. I vitivinicoltori saranno vigili e, nello stesso tempo, presso le strutture di ammasso e di conferimento, dovranno quanto meno orientare i prezzi dell’uva comune tra 25 e i 30 euro al quintale, del Catarratto extra lucido e dell'Insolia tra 30 e i 35 euro al quintale, del Grillo tra 35 e i 37 euro, mentre il Nero D’Avola dovrebbe essere pagato tra 35 e i 40 euro al quintale. Per quanto riguarda le produzioni di Chardonnay, Cabernet, Sirah, Merlot - il prezzo potrebbe collocarsi tra 45 e i 55 euro al quintale”. Il sindacato chiede anche al governo nazionale di introdurre interventi a sostegno dell’impresa agricola livellando i costi di produzione a quelli europei per avere maggiore competitività sui mercati internazionali. Al Governo regionale, invece, si chiede di vigilare i confini per evitare "la penetrazione di mosto a basso costo e di indubbia provenienza". Secondo Aleo "vi sono le condizioni per determinare un cambiamento reale del comparto non solo vitivinicolo, da allargare al settore olivicolo e zootecnico, proprio per evitare che la rabbia di tutta la filiera agricola possa riversarsi nelle piazze, con il rischio di una contestazione più pericolosa degli anni passati”.
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