Vertenza dipendenti ex Gruppo 6 Gdo, chiesto tavolo tecnico col prefetto Postiglione
Tavolo tecnico permanente alla Prefettura per provare a risolvere la situazione dei 44 lavoratori, ancora disoccupati, del Cedi, il Centro distribuzio...
Tavolo tecnico permanente alla Prefettura per provare a risolvere la situazione dei 44 lavoratori, ancora disoccupati, del Cedi, il Centro distribuzione dell’ex Gruppo 6 Gdo. Lo hanno chiesto i segretari di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil che, stamattina insieme agli ex dipendenti dell'azienda confiscata a Giuseppe Grigoli, poi fallita, hanno manifestato con un sit-in proprio davanti al Palazzo del Governo. Una delegazione è stata poi ricevuta negli uffici della Prefettura dove i sindacalisti hanno chiesto che al tavolo tecnico partecipi il prefetto Postiglione, direttore dell’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. E' stato anche chiesto che la Prefettura di Trapani assuma il ruolo di regia per mantenere la vertenza dell’ex Gruppo 6 Gdo nel territorio trapanese. Oltre ai segretari di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil era presente anche il sindaco di Castelvetrano , Felice Errante. “I lavoratori – dicono i sindacalisti - sono profondamente sconfortati e stremati dall’attesa e dall’assenza di prospettiva e chiedono allo Stato risposte certe circa il futuro del Centro distribuzione dell’ex Gruppo 6 Gdo. Gli ammortizzatori sociali stanno scadendo e ai lavoratori sta venendo meno l’unica fonte di reddito”. C'è, quindi, preoccupazione per la situazione di disagio dei lavoratori che si dicono amareggiati e si sentono abbandonati dalle Istituzioni. La Filcams Cgil, la Fisascat Cisl e della Uiltucs Uil ribadiscono, nonostante la sfiducia dei lavoratori, piena fiducia nello Stato, che nel 2013 ha confiscato al re dei supermercati Giuseppe Grigoli, condannato con sentenza definitiva per mafia e ritenuto uno dei più fidati collaboratori del latitante castelvetranese Matteo Messina Denaro, i beni tra cui il Gruppo 6 Gdo che gestiva i supermercati e il Centro distribuzione con il marchio Despar. “Aver restituito allo Stato un bene creato e gestito dalla mafia – dicono i segretari Gandolfo, Calabrò e D’Angelo – ha ridato dignità al territorio ma i tempi burocratici nel garantire il mantenimento di tutti i livelli occupazionali rischia di vanificare l’importante risultato ottenuto per l’affermazione della legalità . E’ indispensabile che l’Agenzia dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata trovi rapidamente una soluzione per concretizzare l’impegno di trovare occupazione ai 44 dipendenti. Ai lavoratori va garantita la dignità attraverso il lavoro”.
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