Al via campagna di ricerche archeologiche nello Stagnone
Da oggi e fino al prossimo 15 maggio l’area dello Stagnone di Marsala sarà interessata da indagini acustiche subacquee lungo i versanti laterali della...
Da oggi e fino al prossimo 15 maggio l’area dello Stagnone di Marsala sarà interessata da indagini acustiche subacquee lungo i versanti laterali della strada punica che collega l’isola di Mozia alla terra ferma e lungo le bocche nord e sud dello Stagnone, aree marine a ovest dell'isola Lunga. In questi luoghi e proprio nelle acque basse del tratto prospiciente Punta Scario dello Stagnone, nei pressi del perduto canale artificiale punico, l’archeologa Honor Frost, dal 1971 diresse la ricerca, il recupero e la conservazione del relitto della nave punica, reperto navale per eccellenza del Mediterraneo, oggi custodita nel Museo di Baglio Anselmi di Marsala. Per le indagini sarà utilizzato un sistema ecografico ottimizzato per ricerche in acque poco profonde, con il quale si svilupperà una prima approfondita ricerca sugli aspetti geoarcheologici pertinenti l’area lagunare, integrate con verifiche dirette mirate ad eventuali successivi saggi di scavo. Lo strumento proposto consentirà di avvicinarsi il più possibile alle aree emerse procedendo, in economia di esercizio, in battenti d’acqua minimi. Il progetto è modulare, cioè articolato attraverso la copertura di determinate aree campione che, nell’arco di più campagne, condurrà a una mappatura totale. La programmazione tipologica consentirà la realizzazione di tracciati campione anche in settori distaccati dall’isola dove è possibile ipotizzare la presenza di relitti, di strutture murarie, di canali e, in ogni caso, di aree sensibili. Gli obiettivi dell’indagine strumentale si traducono soprattutto nell'identificazione delle strutture sommerse collegate all’isola (strada punica); verifica di preesistenze note o segnalate (moli e banchine); identificazione di relitti navali; stratigraficazione geoarcheologica dei fondali; identificazione di canali naturali o artificiali. Il progetto si caratterizza, per i contenuti innovativi della ricerca, sia a livello metodologico sia a livello d’interpretazione storico-archeologica, oltre che per la flessibilità con cui il programma potrà essere sviluppato in rapporto alle risorse disponibili e alle condizioni ambientali. Il progetto è stato realizzato dall'associazione culturale trapanese "Tempo Reale" in stretta con la Soprintendenza del Mare ed lavori saranno eseguiti dalla Ditta Pharos s.a.s. di Alberto Lezziero, con il patrocinio del Comune di Marsala, la Fondazione Whitaker, l’University of Malta e con il supporto logistico del Reparto operativo aeronavale della Guardia di Finanza. La ricerca, in parte finanziata dalla Honor Frost Foundation, è stata proposta e sarà coordinata da Stefano Zangara, responsabile Unità Operativa IV della Soprintendenza del Mare e vicepresidente dell’associazione "Tempo Reale". "Con questo primo progetto - commenta Danilo Gianformaggio, presidente dell'associazione trapanese - vogliamo dare impulso alle ricerche subacquee e all'avvio di nuove e più stimolanti occasioni di riscoperta del nostro territorio. Inoltre crediamo che le stesse ricerche siano necessarie per la creazione di percorsi archeologici subacquei lungo le nostre coste".
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