Ambiente: Mareamico, no al rigassificatore.

" Procedura del 2006 scaduta".

In una nota inviata all'UNESCO , la Soprintendenza di Agrigento fa chiarezza sull'ipotesi di costruire un rigassificatore a Porto Empedocle. Dichiara prima di tutto che la precedente autorizzazione risalente al 2006 risulti scaduta e che non vi sia attualmente in giacenza una nuova richiesta di pareri. L'ufficio nel dettaglio ha sottolineato come: " Non sia possibile concedere alcuna autorizzazione paesaggistica".
Nelle vicinanze dell'area individuata dove si sarebbe voluto costruire il rigassificatore sussitono beni paesaggistici e culturali di elevata importanza; altro deterrente riguarda le scelte già avviate che vanno nella direzione del solco della valorizzazione turistica della zona che mal si sposerebbero con il rigassificatore.
Vi sarebbe anche la normativa Seveso a cui la zona sarebbe sottoposta, e questo avrebbe un riverbero negativo inevitabile sulla vocazione turistica sia di Porto Empedocle che di Agrigento. Verrebbe infatti interdetto lo specchio acqueo alla navigazione per permettere alle navi gasiere di approvvigionare il rigassificatore.
Il progetto in questione prevede un impianto di rigassificazione da costruire a terra, a circuito aperto con il rischio concreto che verrebbero restituiti in mare notevoli quantitativi di acqua più fredda e clorata. Il rischio, per tradurre le parole in numeri, è che 600.000 metri cubi al giorno di acque trattate con cloro rilascerebbero in mare sostanze altamente tossiche.
Tutto ciò avrebbe conseguenze inevitabili: l'impoverimento del mare nonchè la formazione di fastidiose schiume che non renderebbero favorevole la balneazione.

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