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Assarmatori: nuovi accordi commerciali per garantire all’Italia le materie prime

Ieri pomeriggio incontro con il Sottosegretario Affari Esteri Manlio Di Stefano.

Redazione

Mar Nero e Mar d’Azov off limits per le unità mercantili italiane. Nei porti russi del Baltico,come San Pietroburgo e Murmansk, rischio di ritorsione contro le navi italiane per lesanzioni imposte da Roma e per i sequestri, avvenuti nei giorni scorsi in Italia, di grandiimbarcazioni russe, in particolare maxi-yacht.

Blocco delle esportazioni verso l’Italia di materie prime essenziali dalla Russia edall’Ucraina come acciaio, semilavorati siderurgici, carbone, argilla, ma anche cereali. E,come conseguenza, un calo di oltre il 20/25% dei trasporti marittimi nel bacinomediterraneo per alcune compagnie di navigazione.

Questi i temi che il Presidente di Assarmatori, Stefano Messina, ha portato all’attenzionedel Ministero degli Affari Esteri, nell’ambito del tavolo settoriale per la valutazione deglieffetti sulle imprese del conflitto russo-ucraino, che si è riunito ieri pomeriggio, presiedutodal Sottosegretario Manlio Di Stefano.

Secondo il Presidente di Assarmatori, che ha offerto la piena disponibilità del mondoarmatoriale a fornire collaborazione e informazioni utili al Governo, è oggi necessario perl’Italia negoziare in tempi brevi nuovi accordi commerciali ad esempio con gli Stati Uniti eimportanti Paesi produttori del Sud America, fra cui il Brasile, nonché con l’India, perattivare nuovi flussi di approvvigionamento dell’economia italiana visto che i collegamentiin tal senso con Russia e Ucraina risultano interdetti. Per quanto riguarda il grano tenero,solo per fare un esempio, dal 1° gennaio al 23 febbraio 2022 (giorno prima dell’inizio delconflitto) l’Italia aveva importato 142mila tonnellate dall’Ucraina e 116mila dalla Russia.Oggi questa materia prima ha superato – per la prima volta in Italia – quota 40 euro alquintale.

Nuovi accordi commerciali eviteranno – ha sottolineato Stefano Messina – un effettodomino sui prezzi ancor più marcato di quello odierno per carburanti ed energia anche nelcampo delle altre materie prime. E sulla base di questi accordi occorre prevedere al piùpresto una ottimizzazione della rete dei collegamenti marittimi che già oggi consentonoall’Italia il rifornimento di tutte le materie prime indispensabili per il Paese.

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