Risolto il problema randagi al Parco archeologico di Selinunte. Grazie allattività di "socializzazione" con i cani svolta dai volontari dellEnpa nei mesi scorsi, 31 animali sono stati recuperati e rimossi dall'area senza traumi. Nella prima fase i cani sono stati nutriti e curati così da far loro acquistare fiducia verso le persone e poter, quindi, procedere ad una normale attività di accalappiamento. I cani, inizialmente affamati, diffidenti e aggressivi sono divenuti, grazie alla squadra di volontari dellEnpa guidata da Elena Martorana, docili, affettuosi e pronti alladozione. I primi ad essere prelevati sono stati i cani giovani molti dei quali, dopo un periodo di stallo presso gli stessi volontari, sono stati già adottati. Gli esemplari adulti, con laiuto del veterinario Biagio Bernardi, responsabile sanitario del canile di Castelvetrano, sono stati prelevati e trasferiti al rifugio comunale per essere microchippati e sterilizzati.Il Comune, con unordinanza sindacale, ha disposto che questi cani , conclusosi liter per la loro identificazione e sterilizzazione, saranno reimmessi allinterno dell'area del Parco archeologico, in modo da difendere il territorio da eventuali arrivi di nuovi cani. E noto, infatti, che la recinzione del sito non garantisce una protezione certa da nuovi ingressi. Lauspicio di Elena Martorana, presidente della sezione locale dell'Enpa, è quello che non si raggiunga più un numero così elevato di randagi, specialmente in un sito turistico così importante. "Difendere il Parco archeologico dal randagismo - sottolinea - non vuol dire adottare interventi contro gli animali, "colpevoli" soltanto di essersi trovati lì, ma svolgere un lavoro di prevenzione in sinergia tra associazioni animaliste ed Istituzioni, attraverso progetti e strategie condivise per eliminare il fenomeno".
Parco archeologico, accalappiati 31 cani randagi
Risolto il problema randagi al Parco archeologico di Selinunte. Grazie allattività di "socializzazione" con i cani svolta dai volontari dellEnpa nei...
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