Le indagini, condotte dai carabinieri della Compagnia di Misilmeri - coadiuvati anche dalla squadra mobile - e coordinate da un pool di magistrati diretti dal procuratore aggiunto Ennio Petrigni, hanno svelato gli ingranaggi di un sistema collaudato da un gruppo di persone che, a partire dall’aprile 2017, si occupava del riciclaggio di auto che venivano rubate nella provincia di Napoli e successivamente rinvenute a Palermo.
I destinatari del provvedimento acquistavano auto di lusso, le intestavano ad altri soggetti e, dopo averle assicurate, anche con l’utilizzo di sistema satellitare per sviare i sospetti delle compagnie assicurative, ne simulavano il furto, che veniva regolarmente denunciato alle forze dell'ordine e alle compagnie assicuratrici per la riscossione del risarcimento.
Nella seconda fase, gli indagati simulavano il ritrovamento delle auto e le immatricolavano ex novo con targhe e documenti di circolazione nuovi. Infine le rivendevano attraverso concessionarie compiacenti.