Cronaca

Scrigno, fissata udienza rinvio a giudizio

La Procura antimafia di Palermo chiede il rinvio a giudizio per 29 persone,

Laura Spanò

Il prossimo 20 dicembre ilgiudice delle udienze preliminari di Palermo, giudice Filippo Serio,deciderà sulla richiesta di rinvio a giudizio firmata dal procuratore aggiunto Paolo Guido e dai pm Gianluca De Leo e Claudio Camilleri e che riguarda 29 persone coinvolte nell'operazione antimafia Scrigno.

Gran parte degli indagatifurono arrestati dai carabinieri in quel blitz del 5marzo. Questi i nomiper i quali i pm della Dda di Palermo hanno chiesto il processo: i fratelliFrancesco e Pietro Virga, l'uomo d'onore riservato della mafia trapaneseFrancesco Orlando, l'ex parlamentarePaolo Ruggirello,Michele Alcamo, Antonino Buzzitta, Maria Stella Cardella; Pietro Cusenza, Antonino "Ninni" D’Aguanno, Vito D’Angelo, Tommasa Di Genova; Vincenzo Ferrara, Giuseppa Grignani, Vito Gucciardo, Jacob Stelica, Ivana Inferrera, Mario Letizia, Michele Martines, Francesco Paolo Peralta, Giuseppe Piccione, Marcello Pollari, Francesco e Leonardo Russo, Carmelo Salerno, Flippo Tosto. La richiesta di rinvio a giudizio colpisce anche altri soggetti cherimasti fuori dal blitz, l'architettoVito Mannina, ex consigliere comunale e provinciale a Trapanie ancora gli esponenti politici ericiniLuigi e Alessandro Manuguerra, padre e figlio, il giovane Manuguerra oggi consigliere comunale a Erice, e infine il prof.Francesco Todaro.

L’inchiesta “Scrigno”, che ha permesso agli investigatori dei carabinieri di disarticolare le famiglie mafiose di Trapani, Paceco e Marsala e fatto scoprire una nuova cosca sull’isola di Favignana, ha anche permesso attraverso le dichiarazioni di uno degli arrestati, Pietro Cusenza, di capire come “funziona il “sistema” messo in atto da politici e mafiosi, nel corso delle tornate elettorali a Trapani e nel suo hinterland. Dichiarazioni rese agli investigatori che non si stanno occupando solo delle elezioni regionali del 2017. Pietro Cusenza, di Erice, è in atto detenuto a Rebibbia. Ai magistrati di Palermo si è presentato non come un “mafioso” ma come una sorta di esattore di voti per conto dei boss, lui stesso è uomo vicino a Pietro Virga (assieme a Francesco, figli del boss Vincenzo, detenuto). Il verbale di Pietro Cusenza è stato depositato con l’avviso di conclusione delle indagini “Scrigno”. Cusenza ha chiamato in causa l'ex deputato regionale Paolo Ruggirello candidato del PD e Ivana Inferrera per l’UDC, sui quali la mafia avrebbe indirizzato il consenso alle Regionali del 2017, nessuno dei due poi fu eletto. All’ex deputato detenuto a Santa Maria Capura Vetere, viene contestato il reato di associazione mafiosa, alla Inferrera, voto di scambio politico-mafioso. Cusenza non si considera un appartenente a Cosa nostra, secondo quanto racconta ai magistrati “è stato coinvolto solo in occasione delle consultazioni elettorali”.

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