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Il Belice ricorda il terremoto e guarda avanti [FOTO e VIDEO]

14 Gennaio 2018 14:00, di Ornella Fulco
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La prima scossa fu avvertita alle 13.28 del 14 gennaio 1968. Poi ne arrivò una seconda e più tardi una terza. Gli abitanti si riversarono nelle strade...

La prima scossa fu avvertita alle 13.28 del 14 gennaio 1968. Poi ne arrivò una seconda e più tardi una terza. Gli abitanti si riversarono nelle strade e molti decisero di passare la notte all'aperto o in rifugi di fortuna. Fu per questo che, sotto le case crollate si contarono "solo" 300 morti quando la terra tornò a tremare, e stavolta con una violenza devastante, alle 2.33 e alle 3.01 del 15 gennaio. Una terrificante ondata di scosse cancellò interi paesi della Valle del Belice. Epicentro del terremoto fu l'area tra Gibellina, Poggioreale, Salaparuta e Montevago ma il sisma fu avvertito fino a Palermo. Cinquant'anni fa il Belice subì una ferita profonda che ancora oggi non si è completamente rimarginata. Oggi è stato il momento del ricordo e la visita del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Partanna ha sancito la voglia - e la capacità - di rinascita del Belice. "La grande scommessa che ci attende - ha detto il sindaco Nicolò Catania - è quella dello sviluppo di questo territorio. Allo Stato chiediamo di completare gli interventi ancora mancanti sulle infrastrutture e la messa in sicurezza del territorio per costruire, tutti insieme, Bellezza. Non chiediamo interventi speciali ma la possibilità di recuperare quel gap che ancora ci portiamo dietro". "Abbiamo il dovere di ricordare la tragedia del terremoto - ha detto il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci - sia per onorarne le vittime sia per tracciare un bilancio delle scelte che furono fatte dopo. Sono tanti i perché di una ricostruzione lenta e incompleta. Qui l'intervento pubblico è stato un parziale fallimento. Ancora oggi, in Sicilia, almeno la metà delle infrastrutture, secondo gli esperti, non resisterebbe ad un terremoto. Dobbiamo riflettere tutti sulle ferite ancora aperte e sulla necessità di far ritrovare fiducia ai cittadini nelle Istituzioni. Come Regione non lasceremo nulla di intentato, nel rapporto con lo Stato, per ottenere le azioni necessarie. Coraggio e determinazione per rialzarsi e andare avanti con la fede e la speranza". "Oggi facciamo memoria del passato - ha detto il Presidente Mattarella - e insieme vogliamo ricucire gli elementi della storia di comunità allora lacerate dal terremoto. Occorre che, oggi, tutti si facciano agenti di efficacia e legalità, attivi e determinati nella realizzazione del proprio destino". Nel corso della cerimonia sono state consegnate targhe alla memoria di persone che si distinsero in occasione del tragico sisma per l'aiuto prestato alle popolazioni terremotate. Si è parlato della ricostruzione e delle sue criticità anche nel corso della cerimonia di scopertura del monumento celebrativo collocato nei pressi della "Stella" di Consagra a Gibellina, avvenuta alla presenza del presidente della Regione Nello Musumeci. Si calcola che, in cinquant'anni, siano stati investiti meno di 13mila miliardi di vecchie lire e servono altri 300 milioni di euro circa per finanziare gli ultimi interventi riguardanti, perlopiù, opere di urbanizzazione. I ritardi sono stati, in parte, dovuti a quella che Danilo Dolci definì la "burocrazia che uccide il futuro" ma, soprattutto, alla discussa gestione dei piani di ricostruzione. Interi paesi come Gibellina, Poggioreale e Salaparuta vennero ricostruiti in altri luoghi. Il tessuto sociale fu radicalmente mutato e la vita di migliaia di persone venne sconvolta. Cambiò anche il paesaggio del Belice: da un lato le "new town" con le grandi piazze e le lunghe strade, dall'altro le tracce di ruderi, ancora in piedi, degli antichi abitati come nel caso di Poggioreale dove, nel vecchio paese, il tempo sembra essersi fermato. Proprio stamane Vittorio Sgarbi, assessore regionale ai Beni culturali, ha reso noto di aver disposto di sottoporre a vincolo conservativo e di tutela il centro storico della vecchia Poggioreale. "Poggioreale - ha spiegato Sgarbi - è uno straordinario teatro di rovine sospeso tra dramma (il terremoto) e poesia (il fascino di una città sospesa nel tempo). Èuna sorta di Pompei che porta i segni della distruzione ma è anche un luogo della memoria che testimonia la vita, le architetture, i riti di una comunità a cavallo tra gli anni '50 e '60, non a caso scelto come set cinematografico da numerosi registi.  Il vincolo di tutela è un segnale forte nell'attesa che si possano definire specifici progetti di promozione in un percorso che comprende il grande Cretto di Alberto Burri". Sempre stamattina l'assessore, prima di arrivare a Partanna per la visita del Presidente della Repubblica, ha effettuato un sopralluogo a Gibellina su quella che viene considerata una delle più grandi opere di "land art" al mondo. "C'è molto da fare - ha detto - a cominciare dalla promozione del sito, dalla manutenzione straordinaria delle strade di accesso, oggi in condizioni davvero pietose, da un'adeguata segnaletica per chi giunge dall'autostrada e dai servizi da garantire ai turisti. Oggi il visitatore che arriva al Cretto non trova nemmeno un cartello che descriva la genesi dell'opera. Siamo all'anno zero". [metaslider id="119038"]

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