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Editoriale | Cultura

L'Assoenologi: identità territoriale, biodiversità e comunicazione.

18 Giugno 2013 13:50, di Niki Mazzara
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Puntare sull'identità territoriale, sulla biodiversità e sulla comunicazione, sostenendo i giovani che si avviano ad una professione, come quella dell...

Puntare sull'identità territoriale, sulla biodiversità e sulla comunicazione, sostenendo i giovani che si avviano ad una professione, come quella dell'enologo, che è diventata sempre più complessa: sono questi gli impegni e gli obiettivi scaturiti dal 19° Enosimposio di Assoenologi Sicilia che si è svolto a Siracusa dal 13 al 16 giugno. Un weekend, dedicato al vino, alla ricerca scientifica e all'analisi di marketing per aiutare gli enologi siciliani a valorizzare i propri prodotti seguendo la strada imposta dai nuovi trend di mercato. Il tradizionale convegno regionale della Sezione Sicilia di Assoenologi, presieduta dall'enologo marsalese Giacomo Manzo, si è rivelato, ancora una volta, un momento d'incontro capace di riunire, per un intero weekend, un gran numero di enologi siciliani, esperti del settore, docenti universitari, tecnici, specialisti di comunicazione e di marketing per una riflessione completa su quello che il vino siciliano rappresenta oggi, per i siciliani e per il resto del mondo. Un'attenzione particolare è stata dedicata alla città di Marsala, dove l'associazione di categoria ha sede, e al suo vino per eccellenza: il Marsala. La prima giornata di lavori, moderata dal dott. Lucio Monte, dirigente responsabile ATS dell'Irvos (Istituto Regionale Vini e Oli di Sicilia), è stata dedicata alla figura dell'enologo e alle sfide che lo attendono. "L'enologo non è più il semplice tecnico di cantina che vinifica l’uva. E' il protagonista dell'intera filiera vitivinicola, dalla coltivazione della vigna alle operazioni di cantina, dalla vendita alla comunicazione. Deve conoscere il suo territorio, le regolamentazioni europee, le leve di marketing, la soggettività sensoriale del consumatore. E' al centro del mondo vinicolo e il vino è il mezzo più efficace per la comunicazione del nostro territorio e della nostra cultura. Quello che dobbiamo fare è unire le forze, comunicarlo e continuare a fare ricerca. E soprattutto, dobbiamo riservare maggiore attenzione ai giovani" - ha dichiarato il Presidente Giacomo Manzo ad inizio lavori. Di andamento del mercato mondiale ha parlato l'enologo Christian Scrinzi, direttore enologico e di produzione del Gruppo Italiano Vini, di cui fa parte l'azienda siciliana Rapitalà. "Il mercato - ha detto Scrinzi, dopo avere illustrato i dati sulla produzione e sul consumo di vino in diversi Paesi del mondo - diventa sempre più regionale, sia in ambito domestico che internazionale: il consumatore conosce ed identifica perfettamente le zone. Per imporsi, il vino siciliano deve cambiare pelle. Bisogna venderlo con una connotazione fortemente siciliana". Durante la seconda giornata gli enologi siciliani, arrivati da ogni parte della Sicilia, i ricercatori, docenti universitari ed esperti di comunicazione si sono immersi in una riflessione sul tema dell'identità territoriale e della biodiversità con particolare riferimento al vino Marsala quale esempio perfetto di coincidenza tra storia, territorio e produzione enologica. Il dott. Vito Falco, del Centro per l'innovazione della filiera vitivinicola Ernesto del Giudice di Marsala, che ha illustrato i risultati della ricerca sulla valorizzazione dei vitigni autoctoni siciliani svolto dallo stesso centro negli ultimi 10 anni. Nell'ambito di tale progetto, il centro ha recuperato anche antichi vitigni, già micro vinificati, che hanno mostrato performance enologiche interessanti. L'enologo Enrico Stella, responsabile del comparto "Marsala" dalle Cantine Pellegrino ha fatto poi le proprie considerazioni su "Marsala: ieri, oggi e domani". Partendo dalla storia del noto liquoroso, Stella ne ha ricordato l'exploit e i momenti di crisi, per chiudere con uno sguardo al domani. "Il futuro del vino Marsala - ha detto - si gioca sul mantenimento degli standard qualitativi oggi raggiunti, accompagnato da una massiccia comunicazione del prodotto. La sua dignità e le sue nobili tecniche di produzione lo rendono adatto ad un posto d'onore nelle abitudini enogastronomiche ma dobbiamo credere di più nel nostro territorio". Sul tema si è soffermato anche l'enologo Giuseppe Genna, dell' Irvos di Marsala che ha parlato del "Il legame del vino Marsala con il suo territorio". L'enologo Genna ha illustrato un progetto avviato nel 2010 l'Irvos e legato ad un'attività di sperimentazione pluriennale che ha come obiettivo il miglioramento dei vini della Doc Marsala e lo studio dei vitigni storicamente utilizzati. Analizzate in particolar modo le uve prodotto nelle contrade Spagnola, Casale, e Bellusa. "Abbiamo impiantato un vigneto sperimentale presso la Fondazione Genna e contiamo di studiarne la produzione già dal 2014" - ha concluso l'enologo Genna. "Sono stati due giorni di lavoro intensi - ha commentato infine il Presidente di Assoenologi Sicilia Giacomo Manzo - L'obiettivo principale dell'Enosimposio era quello di lavorare per una rivalutazione del territorio siciliano attraverso il vino, quale sinonimo di storia, cultura e tradizione ma anche elemento vivo, capace di produrre economia e sviluppo. Quale momento d'incontro tra tutti i tecnici siciliani - dice ancora il Presidente Manzo - l'Enosimposio ha rappresentato un'occasione importante per mettere da parte le individualità e costruire un sistema di squadra in vista di un bene comune". L’evento è stato realizzato in collaborazione con l'Assessorato Regionale Risorse agricole ed alimentari, con l’I.R.V.O.S - Istituto Regionale Vini e Oli di Sicilia, con il corso di Laurea in Viticoltura ed Enologia dell'Università di Palermo, con l'Istituto Statale di Istruzione Secondaria Superiore “Abele Damiani” di Marsala.

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