Ruggirello: sulla caccia tira e molla del Governo regionale
Sull'apertura della stagione venatoria in Sicilia si registra una presa di posizione del deputato regionale Paolo Ruggirello. In una nota il deputato-...
Sull'apertura della stagione venatoria in Sicilia si registra una presa di posizione del deputato regionale Paolo Ruggirello. In una nota il deputato-questore del'Ars sottolinea come “Un'altalena continua di ripensamenti e passi indietro hanno accompagnato per diversi mesi l'ufficializzazione del calendario venatorio 2013/2014. L'assessore all'agricoltura Dario Cartabellotta ha definito la prima bozza nel mese di giugno per modificarla due mesi dopo. Ad agosto la bozza definitiva è stata ulteriormente cambiata, pochi giorni prima dell'apertura della caccia. Un'instabilità continua che non ha tenuto conto di coloro i quali ogni anno pagano contributi e che appena due giorni prima dell'avvio della caccia nelle isole, prevista per il 15 settembre, vedono rimandato l'avvio al due di ottobre, così come previsto per le isole minori dove invece la caccia è stata consentita anche nei luoghi esterni ai siti Natura 2000. L'assessore fa sapere che si riserva altri approfondimenti. Questo – afferma Ruggirello- significa tenere ancora nell'incertezza le persone che hanno regolamentato in maniera rispettosa la loro posizione, garantendo un notevole flusso di denaro nelle casse della regione, che d'altro canto non vengono trattati con la stessa attenzione”. Un intervento, questo del deputato trapanese, che supporta la lettera di protesta indirizzata al presidente Crocetta dal presidente del sindacato nazionale cacciatori Stefano Privitera, che lamenta la disorganizzazione gestionale di un assessorato che di tecnico ha ben poco e chiede direttamente l'intervento di rappresentante politico, capace di rappresentare le richieste di questo settore. “ Il mio impegno sulla questione caccia – sottolinea Ruggirello- è a tutela di chi pratica questa attività ed è determinato anche da un aspetto prettamente ambientale che determina un naturale equilibrio tra la presenza della fauna e le coltivazioni agricole”. Ruggirello ricorda come in molti casi il sovraffollamento di conigli in alcuni territori abbia seriamente compromesso intere produzioni agricole e l'intervento dei cacciatori sarebbe risultato essere l'unico rimedio non invasivo consigliato anche da biologi e naturalisti. Èdiventata ormai routine l'incertezza che ogni anno si ripete e che disorienta i cacciatori. Circostanza che non accade in nessun altro settore.
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